Nuove indicazioni: Dario Ianes critica la scuola inclusiva

Nuove Indicazioni Nazionali: per Dario Ianes "tradiscono" la scuola inclusiva

Le Nuove Indicazioni Nazionali 2025 stanno generando un acceso dibattito in Italia. Dario Ianes critica queste proposte, considerandole un ritorno al passato.
Nuove Indicazioni Nazionali: per Dario Ianes

Le Nuove Indicazioni Nazionali 2025 per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione stanno generando un acceso dibattito nel mondo educativo italiano. Dario Ianes, tra i massimi esperti di inclusione scolastica, ha sollevato profonde preoccupazioni, definendole un ritorno al passato che privilegia controllo e disciplina a scapito dell’innovazione.

Secondo il docente universitario, questo nuovo documento ministeriale rischia di compromettere il percorso verso una scuola realmente inclusiva, marginalizzando le differenze invece di valorizzarle e frenando quell’approccio aperto e multidisciplinare che caratterizzava le precedenti indicazioni del 2012.

Critiche di Dario Ianes

Le Indicazioni del 2012 proponevano un approccio aperto e multidisciplinare, mentre le nuove rivelano una visione chiusa e paternalistica. Ianes, in un’intervista a Vanity Fair, sottolinea come prevala il controllo, definendola “una scuola del sospetto, non della crescita”.

Particolarmente critico sull’insegnamento della storia, lo definisce “un obbrobrio epistemologico”, denunciando l’assenza di riferimenti agli alunni con disabilità e bisogni educativi speciali, rischiando di marginalizzare le differenze.

In risposta critica alle rigidità introdotte dal nuovo documento del Ministero, Ianes ha anche pubblicato un instant book dal titolo sarcastico: Credere, obbedire, insegnare.

Prospettive dal gruppo di Loredana Perla

Di diverso avviso è Loredana Perla, coordinatrice del gruppo che ha lavorato alle Nuove Indicazioni. Il percorso, iniziato nell’agosto 2023, ha integrato pedagogia e didattica disciplinare, coinvolgendo esperti e rappresentanti scolastici.

Il documento di 150 pagine esplicita le conoscenze fondamentali per ogni materia, offrendo una mappa delle competenze irrinunciabili e ridefinendo il docente come “curriculum maker”, regista consapevole del percorso formativo degli studenti.

Inclusione e innovazione nella didattica

Le nuove Indicazioni presentano criticità rilevanti sul fronte dell’inclusione. Come sottolinea Ianes, nel documento non appare alcun riferimento al nuovo PEI né agli insegnanti di sostegno, che rappresentano una componente fondamentale del sistema scolastico italiano con oltre 300.000 professionisti.

Questa omissione preoccupa particolarmente perché sembra ignorare le esigenze degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, rischiando di costruire una scuola che uniforma anziché valorizzare le differenze cognitive, culturali e socioeconomiche.

Paradossalmente, mentre si evidenziano lacune sul fronte inclusivo, le Indicazioni introducono elementi potenzialmente innovativi come il recupero della manualità nell’apprendimento. La riscoperta della scrittura corsiva viene sostenuta da evidenze neuroscientifiche che dimostrano come la calligrafia favorisca la coordinazione occhio-mano e la capacità di organizzazione spaziale, in linea con l’approccio montessoriano.

Anche l’insegnamento delle discipline STEM viene ripensato secondo una metodologia che parte dal concreto per arrivare all’astratto.

Questa doppia traiettoria – alfabetizzazione digitale critica e ritorno alle attività manuali e laboratoriali – potrebbe offrire opportunità significative, fornendo metodo e strumenti per l’autonomia educativa, ma rischia di fallire se non integrata con una visione realmente inclusiva. Senza un’attenzione specifica alle diverse abilità e un riconoscimento delle molteplici intelligenze, anche gli aspetti più innovativi potrebbero risultare inaccessibili per molti studenti, tradendo l’essenza stessa di una scuola che dovrebbe accogliere e valorizzare ciascun alunno nella sua unicità.

Relazioni tra scuola e famiglia

Le Nuove Indicazioni Nazionali affrontano con particolare attenzione la delicata questione del rapporto tra istituzione scolastica e nucleo familiare, oggi caratterizzato da comunicazioni difficili e crescente competizione. La situazione attuale evidenzia uno strappo che dura da decenni, con tensioni che compromettono l’efficacia educativa.

Perla sottolinea l’urgenza di valorizzare contemporaneamente il ruolo della scuola come presidio culturale e la funzione magistrale dei docenti, ricordando che senza insegnanti-maestri risulta impossibile raggiungere una formazione completa degli studenti. L’obiettivo primario diventa quindi ricucire questa frattura, ridefinendo chiaramente i rispettivi compiti educativi e costruendo un rinnovato clima di fiducia reciproca.

Non si tratta di stabilire contrapposizioni, ma di trovare un equilibrio funzionale che permetta una collaborazione efficace per il bene degli studenti, restituendo centralità alle famiglie e rafforzando un autentico patto educativo condiviso.

 

Foto copertina via Facebook

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