A livello nazionale solo il 50,2% degli edifici scolastici dispone di palestre o impianti sportivi di base. Tra questi, il 74,9% è indoor, il 6,8% outdoor e il 18,3% offre entrambe le tipologie. Il 94,8% è dichiarato agibile, ma il 20,1% necessita di interventi urgenti. Gli “impianti di base” sono intesi come palestre e strutture minime per l’attività motoria scolastica.
Le differenze territoriali e la distribuzione degli impianti
La distribuzione degli impianti scolastici è a macchia di leopardo: nelle Isole il 57,7% degli edifici dispone di palestre o impianti, al Sud il 52,7%, al Nord il 51% e nel Centro solo il 40,3%. Il 18,3% degli istituti offre sia impianti indoor sia outdoor nazionalmente, mentre il Centro raggiunge il 32,9%, superando la media.
Le necessità di intervento urgente colpiscono in modo più grave il Sud (41,3%) e il Centro (29,8%), evidenziando squilibri regionali che limitano l’accesso allo sport.
Il problema dell’accesso oltre l’orario scolastico
Solo il 59,1% degli impianti scolastici è accessibile fuori dall’orario scolastico: Nord 77%, Centro 66,6%, Sud 45,4% e Isole 34%. Questa limitazione riduce la pratica sportiva pomeridiana e le opportunità formative; spesso famiglie munite di mezzi devono spostare gli studenti per trovare strutture fruibili e amplifica le disuguaglianze di accesso.
Il nodo infrastrutture e il ruolo del PNRR
Il PNRR ha stanziato circa 300 milioni di euro per 411 progetti destinati anche a impianti sportivi scolastici. A meno di un anno dalla scadenza, l’attuazione delle misure per l’estensione del tempo pieno è ferma al 18,8%. Solo il 6,1% degli impianti ha ricevuto interventi nel 2024 (Centro 13%, Sud 2,9%), ritardi che alimentano la carenza strutturale e rallentano interventi.
Le eccellenze locali e casi studio
A Rieti, capitale dell’atletica (Howe, Jacobs, Furlani) e in Lecco, Pordenone, Teramo e Avellino, investimenti locali hanno prodotto impianti scolastici più funzionanti e praticabili, facilmente replicabili in altre realtà locali.