Non può che farci riflettere la storia di una studentessa di 19 anni che vive in provincia di Modena che è stata salvata dalla sua preside, che le ha offerto un rifugio sicuro dopo aver scoperto che la sua famiglia aveva intenzione di mandarla via dall’Italia per farla sposare con un uomo in India. La ragazza, che aveva subito violenze ripetute da parte del padre, della madre e dello zio, era infatti contraria al matrimonio combinato che le era stato imposto, e si era innamorata di un suo connazionale di 23 anni. Vediamo come sono andati i fatti nel dettaglio.
Rifiuta matrimonio combinato: preside salva studentessa
La studentessa, vessata da tempo dalla sua famiglia con minacce e violenze fisiche e verbali, ha trovato il coraggio di chiedere aiuto alla tutor della scuola che frequenta, attivando così tutte le misure di tutela previste dal “Codice rosso” per la protezione delle donne vittime di violenza. Tra le vessazioni subite, la ragazza ha dichiarato di essere stata tenuta a digiuno per due giorni, di essere stata presumibilmente “drogata” con un sonnifero somministratole in maniera subdola all’interno di una tazza di latte. Infine, ha detto di aver visto una serie di pacchi contenenti i suoi vestiti pronti per essere spediti, insieme a lei, nel luogo deputato alle nozze.
Gli agenti del commissariato e gli assistenti sociali che hanno seguito il caso hanno constatato che non c’erano posti disponibili nelle strutture idonee all’accoglienza, ma la preside si è subito resa disponibile ad ospitare la studentessa a casa sua per una notte, offrendole così un rifugio. E così, lo scorso 25 aprile, dopo l’ennesimo episodio di violenza subito dalla sua famiglia, la ragazza è riuscita ad allontanarsi da casa e a trovare riparo a casa della dirigente dell’istituto professionale che frequenta. Leggendo i dettagli di questa storia, non si può fare a meno di rivolgere un pensiero a Saman Abbas, la ragazza di soli 18 anni che è stata uccisa nello stesso periodo di 2 anni fa proprio per aver detto no al matrimonio combinato dalla sua famiglia.
Cos’è il Codice Rosso
L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha riconosciuto i matrimoni combinati come una violazione dei diritti umani delle donne, ed ha chiesto agli stati di prendere misure volte a porre fine a questa pratica. In alcuni paesi sono state adottate leggi per vietarli, o per aumentare l’età minima per il matrimonio stesso, ma spesso queste leggi non vengono applicate adeguatamente. La storia della studentessa “salvata” dalla preside è un esempio di come il “Codice rosso” possa essere uno strumento utile per la protezione delle donne vittime di violenza.
Di cosa si tratta? E’ un insieme di misure di tutela e protezione contro la violenza di genere, introdotte in Italia dalla Legge 19 luglio 2019, n. 69 pubblicata sulla G.U. del 25 luglio 2019 che prevede una serie di procedure standardizzate da seguire in caso di denunce di tale tipologia.
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