A 14 anni lavorava in un panificio anziché andare a scuola - Studentville

A 14 anni lavorava in un panificio anziché andare a scuola: puniti titolari e genitori

Un 14enne aveva smesso di andare a scuola per lavorare in un panificio: i Carabinieri hanno sospeso l'attività e imposto una multa ai titolari.
A 14 anni lavorava in un panificio anziché andare a scuola: puniti titolari e genitori

La Circolare Ministeriale 30/12/2010 n. 101 che regola l’adempimento scolastico, all’art. 1 parla chiaro disponendo che “nell’attuale ordinamento, l’obbligo di istruzione riguarda la fascia di età compresa tra i 6 e i 16 anni”. Ciò significa che l’obbligo scolastico dura fino a 16 anni. Perché ne parliamo? Perché l’inadempimento di tale obbligo è costato una denuncia ai titolari di un negozio di alimentari di Bari insieme ai genitori di un adolescente. Ma cosa è accaduto per arrivare a tanto? E cosa hanno in comune i primi con i secondi? Ve lo spieghiamo di seguito.

14enne lavorava anziché andare a scuola

Un ragazzino di 14 anni aveva smesso di andare a scuola e si era messo a lavorare svolgendo mansioni di consegna a domicilio della spesa presso il negozio citato qualche rigo più su. Appresa la notizia, a seguito di un’indagine condotta dai carabinieri di Bari, i titolari del negozio sono stati denunciati unitamente ai genitori del giovane. L’accusa mossa è quella di utilizzo di manodopera minorile, una violazione grave che ha comportato la sospensione cautelare dell’attività commerciale e una multa di oltre 50mila euro.

Il minore, che non aveva ancora completato il periodo di scuola obbligatorio, lavorava da tempo presso il suddetto negozio. Ma in Italia, lo sfruttamento del lavoro minorile è vietato dalla legge n. 977 del 17 ottobre 1967. La normativa prevede la possibilità di iniziare a lavorare a 15 anni a condizione di aver assolto l’obbligo scolastico di 10 anni (che significa di fatto che si può iniziare solo al compimento dei 16). A livello europeo, è invece regolato dall’art 32 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che vieta il lavoro minorile determinando l’età minima per l’ammissione al lavoro a quella successiva al termine della scuola dell’obbligo (fatte salve le dovute eccezioni e deroghe).

Sospensione dell’attività commerciale e multa di oltre 50mila euro

Proprio per il fatto che il lavoro minorile sia da considerare una pratica illegale e inaccettabile che, tra l’altro, espone potenzialmente i minori a rischi per la salute e la sicurezza e impedisce loro di accedere all’istruzione e al benessere sociale, il comando dei carabinieri ha deciso di adottare le misure previste nei confronti dei colpevoli. Oltre a sospendere l’attività in via cautelare, un provvedimento amministrativo di carattere precauzionale, ha imposto una multa complessiva di oltre 50mila euro a carico dei titolari per le violazioni riscontrate durante i controlli.

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