La riforma guidata dal ministro Valditara riposiziona il voto di condotta come perno del percorso scolastico di ogni studente. L’obiettivo dichiarato è promuovere la cultura del rispetto all’interno delle aule, restituendo autorevolezza ai docenti e trasformando la valutazione del comportamento in un elemento determinante della carriera formativa.
La misura punta a formare cittadini consapevoli, capaci di rispettare le istituzioni e le persone con cui interagiscono quotidianamente durante le lezioni. Le nuove disposizioni disegnano una scuola autorevole ma non autoritaria, dove la condotta non è più una sanzione isolata, bensì un indicatore della maturità relazionale dell’alunno. Il cambiamento normativo è entrato in vigore dall’anno scolastico 2024/2025.
Le misure previste: soglie di bocciatura e debito formativo
La riforma introduce tre snodi operativi che modificano profondamente la valutazione della condotta. Innanzitutto, scatta la bocciatura automatica per gli studenti delle scuole medie e superiori che ottengono un voto inferiore a 6/10 in condotta. Questa soglia rappresenta il punto di non ritorno nel percorso scolastico annuale.
Chi riceve esattamente 6/10 non viene bocciato, ma deve affrontare un debito formativo specifico: la presentazione di un elaborato critico sui temi della cittadinanza attiva. Questo adempimento diventa requisito essenziale per proseguire regolarmente.
Infine, il voto di condotta incide direttamente sulla media scolastica complessiva e determina l’ammissione alle prove finali. Non si tratta più di una valutazione separata o accessoria, ma di un elemento che certifica la maturità relazionale dell’alunno e ne condiziona concretamente la carriera formativa.
L’interpretazione di Recalcati: disciplina, rispetto e funzione educativa
Massimo Recalcati, psicoanalista di spicco, riconosce nel voto in condotta uno strumento educativo imprescindibile per il contesto scolastico attuale. Secondo l’esperto, la riforma rappresenta una scelta di buonsenso, essenziale per accompagnare la crescita dei ragazzi in un periodo segnato da continue distrazioni digitali. Recalcati sottolinea come studiare costituisca un lavoro serio che richiede disciplina specifica, una virtù da coltivare attivamente in aula.
Lo psicoanalista respinge con forza le critiche che etichettano queste misure come puramente repressive, definendo tale lettura un errore ideologico. Per Recalcati, ignorare l’importanza pedagogica della valutazione del comportamento sociale significa sottovalutare il ruolo della scuola nella formazione civica.
La funzione educativa del voto in condotta, sostiene, risiede nel promuovere la cultura del rispetto e nel responsabilizzare gli studenti verso istituzioni e persone, componenti fondamentali di una cittadinanza consapevole.
Le conseguenze sulla carriera scolastica e sulla vita di classe
La riforma posiziona la condotta come pilastro del percorso formativo: il voto incide direttamente sulla media finale e determina l’ammissione agli esami di Stato, rendendo il comportamento un criterio certificante al pari delle competenze disciplinari.
La misura punta a responsabilizzare gli studenti, chiedendo loro di dimostrare maturità relazionale oltre che competenze cognitive. Il rispetto per compagni, docenti e ambiente scolastico diventa requisito imprescindibile per progredire nel curriculum.
L’intervento restituisce autorevolezza ai docenti, rafforzando il loro ruolo educativo senza cadere nell’autoritarismo: la scuola rivendica il diritto di valutare anche le dinamiche sociali, non solo i contenuti appresi.
In classe, l’attenzione al voto di condotta dovrebbe tradursi in maggiore attenzione alle regole condivise, contenimento delle distrazioni digitali e cura del clima relazionale: elementi che, se coltivati, migliorano la qualità dell’apprendimento collettivo.
La tempistica di applicazione e cosa aspettarsi nel 2024/2025
Le nuove disposizioni sul voto in condotta sono entrate in vigore dall’anno scolastico 2024/2025. Studenti e famiglie devono prepararsi a un quadro normativo che attribuisce peso determinante al comportamento lungo tutto il percorso scolastico.
Il giudizio sulla condotta ora incide direttamente sulla media, condizionando l’ammissione agli esami finali. Chi otterrà esattamente sei dovrà presentare un elaborato critico sui temi della cittadinanza attiva prima di proseguire. L’obiettivo dichiarato è promuovere una cultura del rispetto e della responsabilità, trasformando la valutazione comportamentale in elemento formativo della carriera scolastica.