Voti dei compiti: i professori dovranno confrontarsi - Studentville

Voti dei compiti: i professori dovranno confrontarsi

Per dare i voti agli studenti i professori dovranno confrontarsi. L'iniziativa parte da alcuni presidi di Milano è volta ad evitare voti di simpatia e favoritismi, e a tutelare la sensibilità degli studenti.
Voti dei compiti: i professori dovranno confrontarsi

Studenti scontenti dei voti – Sarà capitato a tutti almeno una volta di essere scontenti per un voto. Un voto brutto che proprio non ci meritavamo, un voto che spesso sembra essere dettato dall'antipatia di un prof nei nostri confronti, che dal nostro reale risultato. Le statistiche sembrano confermare un certo favoritismo dei prof italiani nei confronti delle ragazze e degli studenti benestanti. Nell'ultimo anno sono stati 600 gli studenti delle superiori che si sono rivolti al suo osservatorio per le difficoltà incontrate a scuola. Di questi, il 74% proveniva dai licei (il 45% dallo scientifico, il 23% dal classico). Lo ha raccontanto in una videochat organizzata ieri dal Corriere .it il responsabile del Servizio di orientamento scolastico del Comune Francesco Dell'Oro, a cui hanno partecipato alcuni presidi delle scuole di Milano.

La proposta del preside del liceo classico Berchet – Innocente Pessina è il preside "virtuoso" che lo scorso anno aveva chiesto ai  docenti di non dare voti inferiori al 4 per non turbare la sensibilità degli studenti. Quest'anno ha lanciato  la proposta della correzioni incrociate delle prove: una verifica a trimestre uguale per tutti gli studenti e corretta dai professori di altre classi. In questo modo si eviterebbero "voti di parte", e gli studenti potrebbero essere sottoposti ciclicamente ad un giudizio neutro.

L'opinione di altri presidi – Per Giovanni Gaglio del liceo Agnesi "serve senz’altro un lavoro più collegiale tra i docenti, anche se poi non si arriva alla valutazione incrociata". Carlo Arrigo Pedretti del Parini sottolinea la necessità di stimolare i ragazzi ad un rendimento proficuo: "non va bene demotivare con voti bassi, umilianti, ma gli insegnanti possono anche bastonare se dimostrano di essere preoccupati del successo dei loro studenti". Concorda Annamaria Indinimeo del tecnico Feltrinelli: «Va bene anche un 1 se è contestualizzato, se il docente spiega ai ragazzi quali sono i criteri di giudizio». Al liceo scientifico Volta il preside Roberto Silvani usa già griglie di valutazione condivise, perché «voti come 1 e 2 portano i ragazzi ad accantonare la materia». «E chi viene ad insegnare da noi viene affiancato da un collega tutor per allinearsi agli altri, anche nelle valutazioni».

Fonte: Corriete.it

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