Il Decadentismo - Studentville

Il Decadentismo

Riassunto completo sul Decadentismo per la Maturità: origini del nome, poeti maledetti, caratteristiche e tematiche principali.

DECADENTISMO: RIASSUNTO, POETI E ORIGINE DEL TERMINE

Il 26 maggio 1883 sul periodico parigino “Le Chat Noir”, Paul Verlaine pubblica un sonetto dal titolo “Languore”, in cui affermava di identificarsi con l’atmosfera di stanchezza spirituale dell’Impero romano alla fine della decadenza. Il sonetto interpreta proprio uno stato d’animo diffuso nella cultura del tempo, il senso di disfacimento e di fine di una civiltà. Queste idee erano proprie di circoli d’avanguardia, che si contrapponevano alla mentalità borghese, e assumevano atteggiamenti da bohémien, ispirandosi al modello maledetto di Baudelaire. La critica ufficiale utilizza il termine decadentismo in senso dispregiativo, mentre quei gruppi di intellettuali lo vollero assumere in senso positivo, come fosse un privilegio. Il movimento trovò il suo portavoce nel periodico Le Décadent. Del movimento decadente facevano parte i cosiddetti “poeti maledetti”:

  • Verlaine
  • Corbière
  • Rimbaud
  • Mallarmé

Manifesto del movimento divenne il romanzo “Controcorrente” di Huysmans, che fissò i canoni e gli atteggiamenti del gruppo decadente. Il romanzo ispirò Gabriele D’Annunzio (Il Piacere) e Oscar Wilde (Ritratto di Dorian Gray). Le tendenze del Decadentismo francese si svilupparono in altre nazioni, in particolare in Italia, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

DECADENTISMO: VISIONE DEL MONDO. Il Decadentismo rifiuta categoricamente la visione positivistica, ovvero la visione della realtà come un complesso di fenomeni materiali, regolati da leggi ferree, il dominio dell’uomo sul mondo, il progresso. Il decadente ritiene che la ragione non può dare una vera conoscenza del reale, perché l’essenza della realtà sta al di là delle cose, misteriosa ed enigmatica. Tutti gli aspetti della realtà sono legati tra loro da analogie e corrispondenze, che sfuggono alla ragione. Ogni forma visibile è il simbolo di qualcosa di più profondo che sta al di là di essa, e si collega con altre realtà in una rete segreta, che solo il poeta decadente può individuare, attraverso l’inconscio (Freud). Per riuscire a cogliere l’essenza segreta della realtà, il decadente utilizza i seguenti mezzi:

  • stati abnormi e irrazionali dell’esistere: follia, malattia, nevrosi, allucinazioni
  • stati di alterazione provocati artificialmente con alcol, assenzio, oppio, hashish, morfina
  • panismo: l’Io individuale si immerge nel Tutto, nella natura, fino a fondersi completamente con essa

POETICA DEL DECADENTISMO. I pochi i privilegiati che possono conoscere la vera essenza della realtà sono gli artisti, in particolare i poeti. Il poeta decadente è un veggente, sa spingere lo sguardo dove l’uomo comune non arriva e attinge a nuove dimensioni. L’arte è espressione di questa conoscenza, e dunque appare come il valore più alto. Questa visione dell’arte ha dato origine al fenomeno dell’estetismo.

DECADENTISMO E ESTETISMO. L’esteta è colui che assume come principio regolatore della sua vita il bello, ed agisce esclusivamente in base a questo. Gli atti della sua vita quotidiana sono trasformati in opere d’arte, arte e vita si confondono e tutta la realtà è filtrata attraverso l’arte. L’esteta si circonda di oggetti preziosi, belle donne, prova orrore per la banalità e la volgarità. Il poeta rifiuta allora di farsi portavoce di ideali morali e civili, e l’arte si chiude in una pura celebrazione di se stessa (l’arte per l’arte).

DECANDENTISMO: IL LINGUAGGIO POETICO. La parola poetica assume un valore suggestivo ed evocativo, e il suo significato si fa labile, evanescente. Essa perde la sua funzione di strumento comunicativo e recupera quella ancestrale di formula magica. La poesia allora diventa oscura, incomprensibile, rivolta a pochi iniziati: essa infatti rifiuta di rivolgersi ai borghesi, reagendo contro la cultura di massa, capace di offrire solamente prodotti in serie. La parola poetica diventa musicale, ne viene esaltata la fonicità piuttosto che il significato. Nella poesia decadente cadono i nessi sintattici tradizionali: la sintassi diventa imprecisa, e le parole assumono significati diversi da quelli comuni. Il poeta decadente utilizza prevalentemente:

  • Metafore e analogie: esse diventano l’espressione di una visione simbolica del mondo, dove ogni cosa rimanda ad altro, alludendo alle corrispondenze segrete che uniscono le cose.
  • Simbolo: ogni cosa è simbolo di qualcos’altro, ma non sempre il simbolo diventa comprensibile, ma, oscuro e misterioso, rimanda a più significati possibili
  • Sinestesia: è una fusione di sensazioni, e anche essa rimanda alle corrispondenze segrete tra le cose.

DECADENTISMO: TEMATICHE DECADENTI. I temi affrontati dal Decadentismo sono:

  • Ammirazione per le epoche di decadenza: ellenismo, la fine dell’impero romano, età bizantina.
  • Perversione e crudeltà: il fascino per le più sottili perversioni, le crudeltà più efferate.
  • Nevrosi: è una costante che segna tutta la letteratura decadente, incarnata spesso in personaggi di romanzi o poesie.
  • Malattia: è la metafora della condizione storica, un momento di crisi profonda, smarrimento delle certezze, angoscia per il crollo. La malattia diventa anche condizione privilegiata, segno di nobiltà e distinzione dalla massa, disprezzata dagli intellettuali decadenti.
  • Morte: è un tema dominante, ossessivo, tutta la letteratura decadente è caratterizzata da un’attrazione irresistibile verso il nulla.
  • Vitalismo: esaltazione della pienezza vitale senza limiti e freni, celebrazione della forza barbarica che impone il suo dominio sui deboli. Incarna il concetto di vitalismo il superuomo di Nietzsche, ripreso da D’Annunzio. Il vitalismo sembra in contraddizione con la tematica della morte, in realtà esso è un modo per esorcizzare l’attrazione morbosa della morte, per cercare di sconfiggere il senso di stanchezza interiore. Esso è l’altra faccia della malattia interiore, cioè la maschera che cerca di occultarla.
  • Rifiuto della normalità: vitalismo e ossessione della morte sono inoltre espressioni del rifiuto della normalità, di una ricerca esasperata del diverso dell’abnorme.
  • L’artista maledetto: è colui che profana tutti i valori e le convenzioni della società, e si compiace di una vita misera, errabonda, sregolata.
  • L’esteta: la sua vita è un’opera d’arte, si dà ai piaceri raffinati, ha orrore della vita comune borghese e dell’uguaglianza democratica, si isola in una sdegnosa solitudine, circondato da bellezza e arte (D’Annunzio, Oscar Wilde)
  • L’inetto: escluso dalla vita, è privo di energie vitali a causa di una sottile malattia che corrode la sua volontà. Si rifugia nelle sue fantasie, vorrebbe provare forti passioni, ma si sente inaridito, isterilito, impotente.
  • La donna fatale: dominatrice del maschio fragile e sottomesso, lussuriosa e perversa, crudele torturatrice, succhia le energie vitali dell’uomo e lo porta alla follia e alla perdizione. In D’Annunzio ella è la Nemica che si oppone ai sogni eroici del protagonista.
  • Fanciullino di Pascoli: rifiuto della condizione adulta, della vita al di fuori del nido familiare, il regredire a forme di emotività infantili. Egli riesce a cogliere la vera essenza della realtà.
  • Superuomo di D’Annunzio: il superuomo di D’Annunzio deve mirare alla rigenerazione dell’Italia, riportandola alla sua grandezza passata e ai suoi destini imperiali. Il superuomo di D’Annunzio è una maschera per nascondere le forze disgregatrici, il fascino della morte e del nulla: infatti, la forza del superuomo non diventa azione, il gesto eroico è solo alluso, rimandato a un vago futuro.
  • Psicologia complicata: gli eroi decadenti hanno una psicologia complicata, dominata da spinte contraddittorie ed ambivalenti. La letteratura decadente è attenta alle ambiguità della psiche, ai suoi impulsi più oscuri e inconfessabili. Da qui nasce il romanzo psicologico, incentrato sull’analisi psicologica dei protagonisti.

 

  • Tesine

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti