Maturità 2006 - Studentville

Maturità 2006

L’uomo è padrone della miglior parte di se stesso

Perciò noi non dobbiamo così avvilire e deprimere la nostra natura come se non potesse trovare l’ascendente sulla Fortuna, e come se non avesse niente di sicuro e stabile in essa. Ma noi dovremmo considerare piuttosto che, se alcuna parte di noi è sottomessa a questa, è solamente quella che è la più piccola, e anche la più impura e malaticcia; mentre le parti migliori e più generose di cui abbiamo il più assoluto dominio, e anche i beni più importanti, come la vera disciplina, una retta nozione delle cose, e i ragionamenti che come loro ultimo risultato ci portano alla virtù, sono contenuti in essa; questi sono così lontani dall’essere distrutti che non possono essere corrotti.
Allo stesso modo dobbiamo, con spirito invincibile e ferma sicurezza riguardo al futuro, rispondere alla fortuna con le stesse parole con cui Socrate replicò ai suoi giudici: “Anito e Meleto possono uccidermi, ma non possono recarmi danno”.
Così essa può affliggermi con una malattia, può privarmi delle mie ricchezze, privarmi della protezione del principe, e mettermi in cattiva luce nei confronti del popolo; ma essa non può rendere malvagio un uomo buono, o non può trasformare un uomo coraggioso in un codardo meschino e degenerato; essa non può gettare l’invidia in un temperamento generoso, o distruggere tutte le abitudini della mente che sono più utili a noi nella conduzione delle nostre vite, quando esse sono sotto il controllo delle nostre volontà, che l’abilità di un timoniere in una tempesta.

Da: Plutarco, Moralia I, De Tranquillitate Animi, 17.

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