Paragrafo 16 - Studentville

Paragrafo 16

Iam illud ipse dicet profecto, quod sua sponte fecit, Publione Clodio tribuendum putarit an tempori. Domi suae

nobilissimus vir, senatus propugnator, atque illis quidem temporibus paene patronus, avunculus huius iudicis nostri, fortissimi

viri, M. Catonis, tribunus plebis M. Drusus occisus est. Nihil de eius morte populus consultus, nulla quaestio decreta a senatu

est. Quantum luctum in hac urbe fuisse a nostris patribus accepimus, cum P. Africano domi suae quiescenti illa nocturna vis

esset inlata? Quis tum non gemuit? Quis non arsit dolore, quem immortalem, si fieri posset, omnes esse cuperent, eius ne

necessariam quidem exspectatam esse mortem! Num igitur ulla quaestio de Africani morte lata est? certe nulla.

Versione tradotta

Ma sarà Milone stesso che, tra poco, ci dirà se pensa che

la responsabilità di ciò che ha fatto vada attribuita a Publio Clodio o alle circostanze. Qualche tempo fa, un uomo di nobili

natali, che sempre si era schierato a difesa del senato e quasi ne era diventato un patrono, fu barbaramente ucciso in casa

propria durante l'anno del suo tribunato. Sto parlando di Druso, zio dell'illustre Marco Catone, presente tra noi in

qualità di giudice. In occasione della sua morte il popolo non venne consultato né, tanto meno, il senato aprì un'inchiesta.

Dai nostri padri abbiamo saputo quanto dolore abbia provocato in questa città la tragica scomparsa dell'Africano, ucciso in

piena notte mentre dormiva tranquillo nel suo letto! Chi dinanzi a un simile atto di violenza non pianse, chi non fu fortemente

colpito vedendo che non si era atteso che morisse per cause naturali quell'uomo che tutti, se fosse stato possibile,

avrebbero desiderato immortale? Si è forse avviata un'istruttoria sull'uccisione di Publio Africano? No, nel modo più

assoluto.

  • Letteratura Latina
  • Pro Milone di Marco Tullio Cicerone
  • Cicerone

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