At illa quanti sunt, animum, tamquam emeritis
stipendiis libidinis, ambitionis, contentionis, inimicitiarum cupiditatum omnium, secum esse secumque, ut dicitur, vivere! Si
vero habet aliquod tamquam pabulum studi atque doctrinae, nihil est otiosa senectute iucundius. Videbamus in studio dimetiendi
paene caeli atque terrae C. Galum, familiarem patris tui, Scipio. Quotiens illum lux noctu aliquid describere ingressum,
quotiens nox oppressit, cum mane coepisset! Quam delectabat eum defectiones solis et lunae multo ante nobis praedicere!
Versione tradotta
Ma quanto è importante che
l'animo sia con se stesso e, come si dice, viva con se stesso, dopo essersi congedato dalla libidine, dall'ambizione,
dalle contese, dalle inimicizie, da tutte le passioni! Se poi esso ha, per così dire, un pascolo di studio e di cultura, nulla
è più piacevole di una vecchiaia libera da occupazioni. Vedevamo Caio Galo [Caio Sulpicio Galo, celebre studioso di
astronomia], amico di tuo padre, o Scipione, macerarsi nell'intento di misurare quasi il cielo e la terra; quante volte la
luce del giorno lo sorprese a disegnare qualcosa iniziata di notte, quante volte la notte quando aveva iniziato il mattino!
Come gli piaceva predirci molto anzitempo le eclissi di sole e di luna!
- Letteratura Latina
- De Senectute
- Cicerone