La dottoressa Laura Piccirillo, specialista in psicologia, ha condotto un’approfondita analisi intitolata “Università italiane come spazi sicuri – analisi dei dati sulla percezione della sicurezza di studenti e studentesse”. Lo studio si inserisce nell’ambito della campagna “La tua voce conta”, un’iniziativa promossa dal sindacato studentesco Unione degli Universitari per dare visibilità al tema della sicurezza negli atenei.
La ricerca ha raccolto ben 1747 risposte provenienti da diversi istituti accademici italiani, offrendo così un quadro rappresentativo sulla percezione degli spazi universitari come luoghi protetti e sulla fiducia riposta dagli studenti nei meccanismi di tutela predisposti dalle istituzioni.
La percezione della sicurezza negli atenei italiani
I dati raccolti dal report dipingono un quadro preoccupante sulla fiducia degli studenti universitari. Quando interrogati sul clima interno agli atenei, quasi il 35% degli intervistati ritiene che le istituzioni non creino condizioni favorevoli per denunciare episodi di violenza o molestie. Questa percentuale significativa contrasta con il 59% che invece si sente adeguatamente supportato dall’ambiente accademico.
La netta divisione emersa dall’indagine solleva interrogativi importanti sulla reale capacità delle università di presentarsi come spazi sicuri e protetti per tutte le componenti della comunità studentesca, evidenziando un potenziale divario tra le politiche ufficiali e la percezione di chi vive quotidianamente gli spazi universitari.
Le implicazioni per il mondo universitario
La sfiducia di oltre un terzo degli studenti nelle capacità di supporto istituzionale rischia di tradursi in un potenziale sommerso di casi non denunciati. Questo clima di incertezza può minare profondamente non solo la reputazione degli atenei ma anche l’efficacia delle loro politiche di tutela.
Gli istituti universitari si trovano quindi davanti a una sfida cruciale: ripensare i propri protocolli di supporto alle vittime e rafforzare i canali di comunicazione con la popolazione studentesca. La creazione di spazi più sicuri e inclusivi passa necessariamente attraverso l’ascolto attivo delle preoccupazioni emerse dalla ricerca, trasformando questa fotografia critica in un’opportunità di cambiamento concreto.
Gli spunti per un cambiamento necessario
Dinanzi a questi dati preoccupanti emerge l’urgenza di rivedere i protocolli di supporto alle vittime all’interno degli atenei italiani. La mancanza di fiducia riscontrata in oltre un terzo degli studenti solleva interrogativi sulla reale efficacia delle attuali procedure di segnalazione.
Risulta fondamentale che le università promuovano un dialogo costruttivo con la popolazione studentesca, implementando canali di comunicazione trasparenti che garantiscano l’anonimato e proteggano chi denuncia. Solo attraverso un impegno concreto delle istituzioni accademiche sarà possibile ricostruire quel clima di sicurezza che dovrebbe caratterizzare i luoghi del sapere.