A partire dal 7 giugno 2025 è entrata in vigore una riforma che cambierà radicalmente il panorama fiscale per migliaia di giovani ricercatori italiani. La nuova normativa stabilisce che le borse di studio post-laurea saranno equiparate ai redditi da lavoro dipendente, perdendo così il privilegio dell’esenzione fiscale di cui hanno goduto fino ad oggi.
Questo significa che tutti i beneficiari dovranno obbligatoriamente dichiarare l’importo percepito nella propria dichiarazione dei redditi e versare le imposte calcolate secondo le aliquote IRPEF ordinarie. Una svolta che rappresenta un onere economico aggiuntivo per chi ha scelto di proseguire gli studi dopo la laurea.
Le condizioni della normativa
La nuova disciplina fiscale non colpisce indiscriminatamente tutte le forme di sostegno economico agli studenti. Diverse tipologie di borse mantengono infatti il loro status di esenzione fiscale, garantendo continuità a programmi consolidati nel panorama formativo italiano ed europeo.
Tra le borse che continueranno a beneficiare dell’esenzione figurano quelle erogate da regioni e province autonome destinate agli studenti universitari, insieme ai finanziamenti per scuole di specializzazione, dottorati di ricerca e percorsi post-dottorali. L’esenzione si estende anche ai contributi per corsi di perfezionamento all’estero e ai programmi di mobilità internazionale, incluso il celebre Erasmus+.
Una tutela particolare è riservata alle borse per le scuole di specializzazione in Medicina e Chirurgia, riconoscendo l’importanza strategica di questi percorsi formativi per il sistema sanitario nazionale. Restano inoltre esenti le borse destinate alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.
Gli impatti sul mondo accademico
La nuova tassazione rappresenta un colpo significativo per i giovani ricercatori che vedranno ridotto l’importo netto delle loro borse di studio. Il prelievo fiscale applicato secondo le aliquote IRPEF ordinarie comporterà una diminuzione sostanziale delle risorse disponibili per affrontare spese quotidiane e la possibilità di mettere da parte risparmi.
Questa situazione è particolarmente critica considerando che molti borsisti già vivono con budget limitati.
La comunità accademica esprime serie preoccupazioni riguardo alle conseguenze a lungo termine di questa decisione. Gli esperti del settore temono che la tassazione possa scoraggiare i laureati dall’intraprendere percorsi di ricerca post-laurea, orientandoli verso opportunità più vantaggiose dal punto di vista economico. Il rischio concreto è quello di alimentare ulteriormente la fuga di cervelli, spingendo i giovani talenti a cercare condizioni migliori all’estero.