Tradizioni di Natale dal mondo: le più bizzarre - Studentville

Tradizioni di Natale dal mondo: le più bizzarre

Tradizioni di Natale dal mondo, le più bizzarre: se pensate che in tutto il mondo il Natale si festeggi come in Italia o nei film vi sbagliare! Ecco le tradizioni più strane che abbiamo raccolto in giro per il nostro pianeta.

TRADIZIONI DI NATALE DAL MONDO: LE PIÙ BIZZARRE

Ogni anno si apre sempre un dibattito piuttosto acceso tra coloro che amano il Natale insieme alla sua scia di tradizioni natalizie e quelli che lo osteggiano, con questi ultimi che ribadiscono come una festività cristiana si sia trasformata in un baraccone capitalista a suon di doni, lucine colorate e neve finta. Ma siamo davvero così sicuri di sapere come andrebbe festeggiato il Natale? Sempre che esista un modo filologicamente giusto, e mettendo per un attimo da parte il legittimo processo di adattamento, non possiamo dimenticarci che nel resto del mondo la nascita di Gesù – o l’avvento di Babbo Natale, a seconda dei casi – venga celebrata attraverso tradizioni di Natale piuttosto differenti, spesso anche bizzarri.

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COME SI FESTEGGIA IL NATALE NEL MONDO: LE TRADIZIONI NATALIZIE PIÙ STRANE

Partiamo dunque per un viaggio intorno al globo per osservare come i vari popoli accolgono il Natale, lasciando da parte lo spirito campanilista dell’italiano che si scandalizza quando vede come nelle altre nazioni si cucina la pasta. Ecco allora come si festeggia il Natale nel mondo e quali sono le tradizioni più bizzarre:

  • Giappone: i nipponici sono strani, e questo lo sappiamo da tempo. Ma nulla ci aveva preparato a un Natale che viene considerato una sorta di San Valentino 2, con le coppie che preferibilmente cenano presso un Kentucky Fried Chicken. L’usanza è talmente diffusa da richiedere la prenotazione: una follia se si pensa alla necessità di dover prenotare da Mc Donald’s a Pasqua!
  • Messico: molto più umile e comprensibile l’usanza messicana che si svolge il 23 dicembre. In questo giorno le famiglie della città di Oaxaca organizzano una sorta di gara di scultura di ravanelli: il tema sono ovviamente le figure natalizie. Gli esemplari migliori del bambin Gesù e dei Re Magi vengono esposti, e probabilmente quelli meno riusciti vengono cucinati.
  • Polonia: molto seria la tradizione in uso in un Paese particolarmente cattolico come la Polonia. Qui la classica cena della vigilia in famiglia viene arricchita dall’uso di infilare della paglia sotto la tovaglia, a richiamare alla memoria la scena di Gesù nella mangiatoia. Alla fine della cena tutti i presenti estraggono un rametto di paglia e da questo predicono cosa avverrà nell’anno nuovo: la paglia verde indica un matrimonio, mentre la gialla prospetta singletudine.
  • Stati Uniti: persino il regno del consumismo più sfrenato conserva una tradizione piuttosto bizzarra e ormai desueta, quella di appendere un cetriolo all’albero di Natale. Secondo gli esperti quest’uso deriverebbe dalla storia del soldato John C. Lower, che durante la Guerra Civile sarebbe stato salvato dal suo carceriere che gli offrì proprio un cetriolo. Un gesto di generosità mai dimenticato e che è arrivato fino ai giorni nostri.
  • Austria: anche i nostri vicini d’oltralpe hanno il loro modo per predire l’andamento dell’anno prossimo (sempre in tema di sposalizi, retaggio di una cultura contadino-rurale). Dal 4 dicembre c’è infatti l’uso di lasciare un ramo di un albero di ciliegio in un bicchiere d’acqua. Se la fioritura avviene prima di Natale significa che il proprietario di casa avrà fortuna e probabilmente convolerà a nozze.
  • Groenlandia: gli inuit vivono in una società in cui ancora oggi i ruoli familiari sono divisi piuttosto rigidamente in base al sesso, con le donne che preferibilmente si occupano della casa e gli uomini a lavorare. A Natale però i compiti vengono ribaltati, e le donne sono servite in tutto e per tutto dai loro mariti.
  • Catalogna: ultima ma non ultima, la Catalogna vince a man basse il premio per la bizzarria. Nelle famiglie con bambini c’è infatti l’uso di creare il cosiddetto Caga Tio (non ridete), un personaggio immaginario che è costituito da un tronco di legno con un cappello di Babbo Natale in testa e avvolto da una coperta. Due settimane prima del 25 il tronchetto deve essere nutrito, ovviamente in modo simbolico, mentre la notte della vigilia i bambini iniziano a percuoterlo con dei bastoni, al contempo pasteggiando con i dolcetti che i loro genitori hanno depositato sotto la coperta.

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