Parlare di Heavy Rain come un qualsiasi titolo uscito fin ora sul mercato sarebbe sicuramente riduttivo e non servirebbe ad individuare il genere di gioco proposto da Quantic Dream. Partiamo subito col dire che Heavy Rain non è un videogioco, o almeno, non lo è nel senso stretto del termine. Heavy Rain per le proprie caratteristiche si avvicina di più ad un film interattivo, caratterizzato da elementi tipici dell’avventura punta e clicca e da dosi massicce di quick time event. L’avventura di David Cage ci immerge nella mente dei quattro protagonisti. Il primo, Ethan Mars, padre premuroso e pronto a tutto per la salute dei proprio figli, sarà costretto ad intraprendere un tragico cammino pur di scoprire la verità sulla triste realtà che lo circonda. Il secondo personaggio è il detective Scott, impegnato nella ricerca del misterioso assassino dell’origami. Madison è, invece, una bella giornalista d’assalto che incrocia la strada di Ethan, in un triste momento della sua vita, avvolta da incubi notturni e dalla persistente insonnia che la tormenta. L’ultimo dei quattro protagonisti principali è, invece, un giovane agente dell’FBI, tale Jayden, determinato nel trovare lo spietato killer che affoga le sue vittime in profondi pozzi d’acqua.
Il gioco ci metterà, capitolo dopo capitolo, nei panni di uno dei quattro personaggi poco più su citati, permettendo in alcuni frangenti di utilizzare altri comprimari, sui quali preferiamo tacere completamente per non rovinare minimamente l’avventura. Il gameplay di Heavy Rain, come anticipato prima, è basato sull’esplorazione di determinate aree di gioco. Si passa dalla casa di famiglia a discoteche affollate, da sfascia carrozze a centri commerciali, nei quali interagire con l’ambiente circostante o, più spesso, con le persone presenti a schermo. La cosà che più affascina di Heavy Rain è il senso di normalità che riesce ad incutere nell’utente: farsi la barba, vestirsi, prendersi cura della famiglia, apparecchiare la tavola o, perché no, preparare una bella cenetta per il figlio annoiato. Heavy Rain si distacca così dall’immenso panorama di videogiochi attualmente presenti sul mercato, creando un nuovo genere che promette di coinvolgere il giocatore all’interno di una trama ben studiata, e soprattutto di portarlo a pensare ciò che i protagonisti stanno vivendo sullo schermo. Capiterà di sovente di riflettere sull’accaduto e di prendere le decisioni che si ritengono più idonee per la situazione concreta. Heavy Rain, in questo senso, è un titolo che punta molto sulle scelte del giocatore, tanto da presentare diversi finali e diverse sfaccettature. Saremo noi, pad alla mano, a prendere le decisioni più importanti al posto dei nostri beniamini; saremo noi a guidarli; saremo noi a disegnare il loro destino. Come già anticipato, alcune scelte influiranno sul proseguo dell’avventura e il fallimento di alcune sessioni di quick time event potrà addirittura comportare la morte prematura di uno dei personaggi, senza che questo influisca, ovviamente, sui capitoli rimanenti. L’immedesimazione nella mente di ogni protagonista è davvero tanta;Heavy Rain spinge l’utente a riflettere, tanto da fargli porgere in continuazione la stessa domanda: “… e se mi trovassi io in questa situazione, cosa farei? Anzi, cosa sarei disposto a fare?” Ribadiamo, Heavy Rain prende volutamente distanza dal concetto classico di videogioco, per presentare al giocatore/spettatore una storia, triste e cruda che sia.
Dal punto di vista tecnico Heavy Rain rende il meglio di sé nella presentazione dei volti, reali e davvero credibili. Ogni personaggio ha i propri tratti somatici: è insomma, riconoscibilissimo. Anche questo, aiuta il giocatore ad immergersi completamente nel gioco, potendo ammirare, soprattutto nei primi piani, un dettaglio grafico spettacolare. C’è anche da notare come le lacrime di alcuni di essi siano perfettamente scindibili dalla pioggia battente sui volti: un lavoro certosino degno di nota.