Code4Future 2019: intervista ai professionisti del settore - StudentVille

Code4Future 2019: le interviste di StudentVille

Code4Future 2019: le interviste di StudentVille

Code4Future: interviste agli ospiti

Si è svolto a Roma, l’8 e il 9 novembre, Code4Future, il primo festival incentrato sull’Open Innovation e con l’obiettivo di formare i professionisti di oggi e di domani nel settore della Digital Trasformation. L’evento si è tenuto presso la nuova sede di Talent Garden Roma Ostiense ed è stato lanciato da HTML.it, storico sito impegnato nelle tematiche di coding e sviluppo. Hanno preso parte alla manifestazione i personaggi più influenti del mondo digital che sono stati protagonisti i incontri e workshop destinati ai professionisti di domani. L’agenda è stata davvero ricca: ben 30 appuntamenti che hanno affrontato temi come IOT, 5G, VR e AR, Blockchain e AI. Sul Main Stage si sono susseguiti i protagonisti della Digital Innovation e i partecipanti hanno potuto partecipare alla formazione di 4 aree Business: Cyber Security & Data Cloud System, Collaboration & Digital Workplace, Customer Experience, Big Data & Analytics.

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Code4Future, intervista ai professionisti del settore

Anche lo staff di StudentVille ha partecipato all’evento e ha intervistato alcuni professionisti del mondo digitale. Ecco cosa ci hanno raccontato.

Valentino Magliaro e il progetto Humans to Humans

Valentino Magliaro, 27 anni, è stato inserito da Forbes Italia nella Top 10 Under 30 all’interno della categoria Imprenditori Sociali per aver fondato Humans to Humans, una società di Corporate Activism. L’azienda, dice Valentino, ha deciso prendere solo progetti ad impatto sociale e di lavorare con imprese e organizzazioni che riescono, attraverso le loro proposte, ad avere un certo impatto nelle persone che incontrano. Humans to Humans agevola queste aziende organizzando eventi o comunicando un progetto, attivando leve di creazione di impatto sociale e soprattutto rendendo attive le persone sul valore dell’azione che hanno compiuto. Come ha fatto Valentino Magliaro ad arrivare così in alto? Il consiglio che dà a tutti è quello di provare diverse strade per comprendere quale sia la propria. Devi “ascoltare e metterti in ascolto prima di raccontare quello che stai facendo tu”. Inoltre, per crescere occorre frequentare chi ha esperienza, in modo da assorbire il più possibile ciò che queste persone hanno da insegnarti. Valentino Magliaro esprime poi la sua opinione riguardo al rapporto tecnologia-scuola: la tecnologia è un mezzo fondamentale per migliorare la didattica, anche se ancora le nostre scuole sono impostate come parecchi anni fa. I docenti dovrebbero vedere il digitale come uno strumento parallelo e non sostitutivo, strumenti che danno agli studenti la possibilità di arricchirci e non solamente di copiare.

Emanuela Zaccone e i vantaggi della socialità

Emanuela Zaccone, Product Manager in HCL Software e co-fondatrice di Tok.tv, il social network dello sport, ci ha parlato del concetto di socialità, raccontandoci di come si è avventurata nel mondo dei social. Emanuela è convinta da sempre che i social media siano i mezzi giusti per dimostrare le proprie idee e le proprie capacità. Infatti, proprio grazie a questi strumenti, le sue idee sono arrivate fino a Silicon Valley e le hanno dato l’opportunità di fondare la sua start up. La socialità è quindi un’opportunità: diventiamo testimoni del nostro reale, ma dobbiamo stare attenti a come lo facciamo, in quanto siamo sempre noi la voce di quel contenuto personale o condiviso che sia. Riguardo ai social, Emanuela ci dice “Usateli consapevolmente per quello che possono fare meglio, non solo per mostrare, non solo per il puro piacere di raccontare, ma per socializzare qualcosa che secondo voi crea valore”. Questo settore offre diverse opportunità alle nuove generazioni. Sempre più aziende sono indirizzate verso il lavoro da remoto, per cui oggi non importa dove vivi, tante aziende permettono di candidarti ed essere assunti senza spostarti. Non ci sono limiti a quello che possono essere le tue opportunità lavorative. Si passa poi a parlare delle professioni digitali. “Il Digitale è un mestiere che ha grandissime responsabilità, puoi davvero cambiare la vita di altre persone. Bisogna quindi formarsi bene e fare esperienza e attraversare i diversi mondi del digital e diverse professioni. Digital non è solo gestire community o fare campagne su Facebook ma è anche gestire crisi, fare campagne di ottimizzazione online, capire come creare contenuti che abbiano valore”.

Luca La Mesa: privacy e social media

Abbiamo poi intervistato Luca La Mesa, Social Media Strategist, il quale ci ha parlato del concetto di privacy. Sui social Luca parla dei suoi progetti, ma si trova molto della sua vita personale: “Ho un approccio alla privacy tanto aperto, ho scelto di condividere molto, anche perché se usi i social in maniera costruita la gente se ne rende conto. Credo che i benefici siano maggiori delle controindicazioni”. Ovviamente, prosegue Luca, occorre usare questi strumenti senza diventarne schiavi e senza dare troppe informazioni. Dare informazioni in più ad un social deve offrire vantaggi all’utente: se ad esempio una persona comunica le proprie passioni, si aspetta di vedere contenuti che gli interessano e avere quindi una migliore esperienza utenze. “Dobbiamo essere gelosi dei dati verso coloro che non ci danno niente in cambio” precisa Luca La Mesa. Riguardo invece alla sua professione, Luca ci racconta che ha sempre cercato di costruire un percorso professionale incentrato sulle sue competenze. Non bisogna guardare solo il guadagno di oggi, ma dare spazio a ciò che permette di fare qualcosa domani, che arricchisca e dia nuove idee. Dobbiamo avvicinarci al nostro obiettivo non focalizzandoci solo su un aspetto e accogliere i vari stimoli. Il consiglio per chi vuole lavorare nel mondo dei social è quello di fare esperienza, sperimentare e i primi tempi sporcarsi le mani, lavorando anche gratuitamente per imparare al meglio i trucchi del mestiere.

Daniel Tarozzi e L’Italia che cambia

Daniel Tarozzi, giornalista, scrittore e documentarista ci presenta il suo progetto L’Italia che cambia. Le “storie di cambiamento” sono selezionate a partire da un semplice passaparola, da una segnalazione riguardante qualcuno che è riuscito a realizzare il suo progetto, chi ha insomma la “capacità di sognare l’impossibile, realizzarlo e di chiedersi come e non se”. Nel nostro paese però non è sempre facile realizzare il proprio sogno e il fenomeno della fuga dei cervelli ne è la prova. Secondo Daniel però, questo fenomeno colpisce solo alcune figure professionali, come l’ingegnere o lo scienziato che in Italia faticano ad emergere. Nel nostro paese, invece, si può fare impresa e, al contrario di quanto si possa pensare, in questo settore all’estero non è sempre meglio. Chi va via dall’Italia per creare un’azienda deve sapere che può farlo benissimo anche qui. Daniel Tarozzi ci parla poi dei progetti under 30 con cui è venuto a contatto, soffermandosi sul perché del loro successo: “I ventenni non hanno la parte ideologica, ma hanno la parte di ideazione, sono cresciuti in un mondo in cui le cose andavano molto male. Non si soffermano tanto a filosofeggiare, ma non significa che non abbiano riferimenti culturali, quindi spesso sono orientati alla pratica, a realizzare le cose”. L’Italia che cambia sta esplorando anche il mondo della scuola, concentrandosi su istituti che combattono l’abbandono scolastico e che cercano di migliorare la situazione. Tra le storie più interessanti spicca quella della preside Maria de Biase, la quale, in una scuola elementare in Cilento, decide di incentrare tutto sull’educazione alla ruralità. I bambini fanno l’orto, il sapone, eliminano l’usa e getta, a merenda mangiano pane e prodotti dell’orto. Questa scuola è stata considerata illegale, ma la preside ha sfidato le istituzioni; hanno cercato di mandarla via con l’accorpamento degli istituti, tuttavia grazie ad una petizione è riuscita a rimanere nella scuola che ha trasformato. Dopo pochi anni è stata eletta la miglior preside d’Europa: da sola ha trasformato un contesto enorme partendo dai bambini.

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