Stage: come non farsi sfruttare - StudentVille
Stage: come non farsi sfruttare

Stage: come non farsi sfruttare

Stage: l’importanza della formazione professionale

Lo stage è il passo iniziale che solitamente viene fatto all’interno del mondo del lavoro. Si tratta della prima esperienza professionale particolarmente indicata per tutti coloro che stanno per laurearsi o che si sono appena laureati in quanto è l’occasione più adatta per imparare sul campo ciò che si è assimilato teoricamente durante il corso di studi. Le principali modalità di stage sono due: lo stage curriculare ovvero il percorso formativo inserito all’interno del piano di studi universitario o di un altro istituto scolastico, e quello extracurriculare che invece deve essere effettuato entro i dodici mesi successivi al conseguimento del titolo di studi.

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Stage: i consigli per non farsi sfruttare

È importante specificare che lo stage non è un contratto di lavoro vero e proprio in quanto il suo scopo è quello di formare a livello professionale i tirocinanti. Questo aspetto, però, non deve assolutamente giustificare un eventuale sfruttamento o sottopagamento del candidato il quale ha dei diritti determinati da alcune norme specifiche. Ecco tutto quello che bisogna sapere per non farsi sfruttare:

  • informarsi preventivamente sull’azienda: prima di accettare una proposta di stage, è consigliabile fare un’indagine sull’azienda promotrice per capire le mansioni affidate in precedenza ad altri tirocinanti;
  • attenersi al progetto formativo: secondo la legge i tirocinanti non possono sostituire i lavoratori con contratti a termine nei periodi di picco delle attività né sostituire il personale nei periodi di malattia, maternità o ferie;
  • presenza di un tutor: la tutorship è una condizione necessaria per l’attivazione del tirocinio; se esistono dei problemi o delle difficoltà, il tutor ha il dovere di prenderne atto e trovare una soluzione;
  • retribuzione minima: gli stage extracurriculari prevedono una indennità minima fissata dalle singole regioni; la soglia più bassa prevede un compenso di trecento euro sotto il quale non si può scendere in nessun caso.

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