Neet al 14,5% nel secondo trimestre 2025: cresce il divario di genere e i carichi familiari

Neet al 14,5% nel secondo trimestre 2025: cresce il divario di genere e i carichi familiari

Nel secondo trimestre 2025 il tasso dei Neet tra i 15 e i 34 anni scende al 14,5%, ma il divario di genere si amplia e crescono i carichi familiari.
Neet al 14,5% nel secondo trimestre 2025: cresce il divario di genere e i carichi familiari

Nel secondo trimestre 2025 il tasso dei Neet tra i 15 e i 34 anni scende al 14,5%, registrando un calo significativo rispetto al 16,7% dello stesso periodo del 2024. In termini assoluti, il fenomeno coinvolge 1 milione e 748mila giovani, in diminuzione di 251mila unità rispetto ai circa 1 milione e 999mila dell’anno precedente.

I dati provengono dall’aggiornamento trimestrale del Laboratorio Dedalo di Fondazione Gi Group, osservatorio continuativo istituito per conoscere, contrastare e prevenire il fenomeno attraverso monitoraggio sistemico.

Il miglioramento risulta trasversale a tutte le fasce d’età. La progressione più marcata riguarda i giovani tra 20 e 24 anni, dove l’incidenza passa dal 17,7% al 14,3%. Rilevante anche il calo nella fascia 30-34 anni, quella con maggiore probabilità di aver concluso il percorso di istruzione, dove il tasso scende dal 22,8% al 20,6%.

Il progetto Dedalo, realizzato in partnership con l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, ZeroNeet e Fondazione Compagnia di San Paolo, offre una lettura approfondita del fenomeno per orientare studenti e neolaureati verso percorsi di inserimento lavorativo e formativo.

Il divario di genere: calo per tutti, gap che si amplia con l’età

Il calo complessivo dei Neet interessa entrambi i sessi, con le donne che passano dal 19,8% al 18,1% e gli uomini dal 13,7% all’11,2%. Nonostante il miglioramento, la distanza tra i due gruppi si amplia, segnalando opportunità di inserimento e reinserimento più favorevoli sul versante maschile.

Il divario cresce nelle fasi centrali del percorso giovanile. Tra i 25-29 anni, l’incidenza femminile raggiunge il 23,9%, quasi dieci punti sopra quella maschile (14,0%). Nella fascia 30-34 anni il gap si allarga ulteriormente: le donne arrivano al 29%, contro il 12,5% degli uomini.

I titoli di studio: diplomati in miglioramento, criticità con licenza media

Tra i giovani 25-34 anni, il secondo trimestre 2025 registra un calo marcato dei Neet tra i diplomati, che passano dal 22,6% al 18,2%. La riduzione è più contenuta tra i laureati, con un’incidenza che scende di 0,7 punti percentuali portandosi al 9,8%.

Di segno opposto il trend per chi possiede al massimo la licenza media: in questo segmento il tasso sale dal 38% al 39,8%, evidenziando come il mancato conseguimento di un titolo superiore rappresenti un fattore di rischio crescente.

La stratificazione per genere rivela divari significativi in ogni fascia di istruzione. Tra i 25-34enni con scuola secondaria inferiore, l’incidenza femminile raggiunge il 60,3%, oltre il doppio rispetto agli uomini (24,5%). Anche tra i diplomati il gap rimane ampio: 26,8% per le donne contro 11,4% per gli uomini.

Nella componente laureata la distanza si riduce ma persiste, con il tasso femminile all’11,3% e quello maschile al 7,6%. Il diploma riduce il rischio Neet, ma l’effetto protettivo risulta meno incisivo per le donne in ogni livello educativo.

Il territorio: nord in recupero, mezzogiorno e isole restano elevati

Nel secondo trimestre 2025 il fenomeno Neet registra miglioramenti in tutte le macro-aree, ma il divario territoriale storico permane con intensità marcata. Al nord-est il tasso scende dal 10,1% all’8,3%, con un gap di genere che raggiunge 12,6% tra le donne contro 4,4% tra gli uomini. Nel nord-ovest l’incidenza passa dal 10,4% al 9,9%, mantenendo differenze di genere evidenti (13,4% donne vs 6,7% uomini). Al centro il tasso cala dal 13,1% al 12,0%.

Il quadro cambia radicalmente nel mezzogiorno, dove l’incidenza complessiva, pur in calo dal 26,6% al 22,4%, risulta quasi tripla rispetto al nord-est. Qui il divario di genere si accentua ulteriormente: 26,2% tra le donne contro 18,9% tra gli uomini. Nelle isole i valori restano ancora più elevati, attestandosi al 23,9% complessivo (dal 27%), con 27,4% per le donne e 20,6% per gli uomini.

Le tipologie Dedalo: meno transizione, più carichi familiari e disoccupazione lunga

La classificazione Dedalo, che consente una lettura approfondita del fenomeno Neet, mostra cambiamenti significativi nella composizione interna del gruppo. I giovani in transizione diminuiscono dal 10% al 7,3%, mentre gli scoraggiati passano dall’11,3% al 9,9% e i disoccupati di brevissima durata (1-5 mesi) calano dal 7,3% al 5,5%.

In controtendenza, crescono le categorie legate ai carichi familiari e alla disoccupazione prolungata. I Neet per ragioni familiari aumentano dal 13,2% al 17,5%, segnalando un peso crescente delle responsabilità di cura. Anche la disoccupazione di lunga durata mostra incrementi: i disoccupati da 6 a 11 mesi passano dal 4,9% al 6,8%, mentre chi cerca lavoro da almeno un anno sale dal 15,2% al 15,7%.

Questi dati evidenziano un profilo più critico, con maggiori ostacoli al rientro in percorsi formativi o lavorativi.

Le motivazioni per genere: responsabilità di cura per le donne, disoccupazione per gli uomini

Le ragioni alla base dello status di Neet presentano profili marcatamente diversi tra uomini e donne. Tra gli uomini prevalgono le condizioni legate alla disoccupazione: i disoccupati da oltre un anno raggiungono il 21,6%, quasi il doppio rispetto alle donne (11,9%). Tra i disoccupati da 6 a 11 mesi gli uomini arrivano all’8,8%, contro il 5,4% delle donne.

Anche coloro che attendono risposte dopo una candidatura mostrano un divario significativo (14,4% uomini rispetto all’8,8% donne), così come gli scoraggiati (13,3% contro 7,8%).

Le donne risultano invece maggiormente coinvolte in condizioni legate ai carichi familiari. La categoria più critica è quella delle responsabilità familiari, dove l’incidenza femminile raggiunge il 26,6%, contro appena il 3,2% degli uomini. Anche nelle responsabilità di cura per scelta (13,2% contro 0,3%) e nella cura resa necessaria dai costi dei servizi (4,3% contro 0,7%) le donne registrano valori sensibilmente superiori, evidenziando l’impatto delle barriere nell’accesso ai servizi di supporto e delle scelte di conciliazione.

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