Cibo scaduto agli studenti, dirigente scolastica accusata - Studentville

Cibo scaduto agli studenti, dirigente scolastica accusata di peculato e corruzione

Teneva per sé del cibo destinato alla mensa e lo passava a questa quando era scaduto: dirigente scolastica palermitana accusata di peculato e corruzione.
Cibo scaduto agli studenti, dirigente scolastica accusata di peculato e corruzione

Un’inchiesta condotta dalla Procura Europa ha fatto emergere una situazione particolarmente incresciosa presso una scuola palermitana, portando alla luce dettagli per nulla trascurabili e comportamenti poco etici dei quali si è macchiata non solo la preside dell’istituto Falcone, ma anche il vicepreside e la dipendente di un negozio di elettronica. Di cosa sono accusati, e come si sono svolti i fatti ve lo spieghiamo di seguito.

Cibo scaduto agli studenti alla mensa scolastica

Da quanto è emerso dalle indagini, il cui avvio è stato favorito da una docente della scuola, dalla quale è partita l’inchiesta, la dirigente scolastica palermitana avrebbe deciso quali alimenti passare alla mensa scolastica e, di conseguenza, far mangiare agli studenti, e quali invece tenere per sé.

A quanto appurato, alcuni alimenti sostavano per settimane o mesi all’interno del suo frigo quindi, scaduti o andati a male, venivano finalmente passati alla mensa. Non prima che alcuni docenti complici cambiassero la data di scadenza sulle rispettive confezioni. Ad essere indagata è anche una dipendente di un negozio di informatica, che riforniva in maniera diretta l’istituto Falcone di supporti elettronici quali pc e tablet acquistati con i fondi Ue. La preside è adesso accusata di peculato e corruzione relativamente ad una inchiesta della Procura Europea sulla gestione dei suddetti fondi.

La raccolta di firme per non perdere i finanziamenti europei

A contribuire alla scoperta di quanto stesse avvenendo presso l’istituto è stata una docente, che ha denunciato il clima di pressione che si respirava nella scuola. Nessuno dei docenti osava criticare o contrastare le decisioni della preside che agiva, così, indisturbata. La stessa preside avrebbe favorito il personale scolastico compiacente, mentre avrebbe reso la vita difficile a chi non si piegava al clima di corruzione dilagante nella scuola.

La situazione descritta dall’insegnante, caratterizzata dal mancato rispetto delle regole e delle procedure, si estende a diversi ambiti, dalla gestione quotidiana degli alunni e della didattica alla gestione dei progetti finanziati dall’Unione Europea. In particolare, sembra che la scuola abbia avuto l’opportunità di partecipare a numerosi progetti sia in orario scolastico che extrascolastico, ma che questi progetti non sempre siano stati attuati in maniera diligente e completa, nonostante l’approvazione unanime da parte del collegio.

Inoltre, sembra che la dirigente avesse il timore di perdere i fondi legati ai progetti europei e che per questo motivo raccogliesse le firme anche per attività che erano già state completate. Ironia della sorte, il fatto che l’istituto Falcone sia stato più volte proposto come modello di educazione alla legalità.

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