Interrogazioni programmate: pro e contro - StudentVille
Interrogazioni programmate: pro e contro

Interrogazioni programmate: pro e contro

Interrogazioni programmate: cosa sono

C’è chi definisce le interrogazioni programmate “la morte della didattica”, mentre per alcuni si tratta di un’opportunità davvero importante. Ricordiamo tutti il silenzio assordante del professore che entra in classe ed annuncia un’interrogazione a sorpresa: l’apertura del registro, l’ansia nel vedere il dito scorrere su e giù alla ricerca del nome da chiamare alla lavagna e da “torturare” (simpaticamente parlando) davanti al resto della classe. Per i docenti più “sadici” ovviamente c’è anche l’estrazione della lettera del cognome, oppure la somma dei numeri della data odierna per capire quale lettera chiamare. La possibilità di fare interrogazioni programmate invece ha cambiato le carte in tavola, tranquillizzando molto gli studenti e spesso anche gli stessi professori. Ma oltre ai vantaggi, ci sono anche degli svantaggi: scopriamo allora insieme pro e contro delle interrogazioni programmate!

Interrogazioni programmate: pro e contro

Interrogazioni programmate: pro

Sicuramente tra i vantaggi delle interrogazioni programmate abbiamo il fatto di avere meno ansia e paura, rispetto ad un’interrogazione a sorpresa: gli studenti hanno così modo di concentrarsi ed arrivare preparati al tanto atteso momento in aula. In poche parole si evita lo stress e si responsabilizza l’alunno che non può assolutamente essere impreparato, avere un’insufficienza o non saper rispondere ad alcune domande.

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Interrogazioni programmate: contro

Lo scorso anno Simone Mattiello, Docente di Economia Aziendale presso IISS “M. Fanno” di Conegliano (Tv), sulle pagine di “Mentedidattica” ha esposto tutti gli svantaggi delle interrogazioni programmate: “Da quando i docenti hanno programmato verifiche e interrogazioni con i propri allievi lo studio è diventato per molti di loro selettivo e sporadico: per ogni materia si studia seriamente un paio di volte a quadrimestre. Siamo noi docenti ad aver dato vita a cattive abitudini o prassi contrarie alla didattica stessa e al concetto di studiare”. Effettivamente in questo modo gli studenti potrebbero prendere sotto gamba lo studio, concentrandosi solo in un determinato periodo o solo su alcuni passaggi delle materie: un problema non da poco, visto che poi all’esame di maturità viene richiesta la conoscenza di tutto il programma e alcuni ragazzi potrebbero trovarsi in difficoltà a studiare argomenti che magari nel corso dei mesi passati avevano lasciato da parte. In realtà ci sono poi alcuni docenti che, nonostante le interrogazioni programmate, decidono di fare domande anche argomenti di lezioni precedenti, annullando così la problematica di cui vi abbiamo appena parlato.

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