Uno studente della University of California, Los Angeles (UCLA), ha orchestrato un momento destinato a rimanere nella memoria. In toga e tocco, davanti alle telecamere della cerimonia di laurea, ha aperto il suo laptop e inquadrato deliberatamente l’interfaccia di ChatGPT.
Un gesto calcolato che ha lasciato intendere, senza giri di parole, come l’intelligenza artificiale abbia giocato un ruolo centrale nei suoi progetti accademici, inclusa la tesi di laurea. La mossa, audace quanto provocatoria, ha immediatamente catturato l’attenzione dei presenti e dei social media.
La polarizzazione sui social network
Il video della cerimonia di laurea ha scatenato una vera e propria battaglia di opinioni sui social media. Da una parte, alcuni utenti hanno apprezzato l’ironia e il coraggio dello studente, definendo il gesto “geniale” e “rappresentativo della generazione digitale”.
Dall’altra, la maggioranza degli internauti ha espresso disapprovazione, utilizzando termini come “inappropriato” e parlando apertamente di una mancanza di rispetto verso l’istituzione accademica. I commenti più critici accusano il laureato di aver svalutato il significato stesso del percorso universitario, trasformando un momento solenne in una provocazione social.
L’uso dell’IA nei progetti accademici
Il gesto dello studente californiano emerge in un momento di profonda trasformazione del panorama accademico, dove l’intelligenza artificiale sta ridefinendo i confini dell’apprendimento e della ricerca. Numerosi atenei si trovano nella difficile posizione di dover aggiornare regolamenti antiquati per fronteggiare una realtà tecnologica in rapida evoluzione, mentre gli studenti esplorano quotidianamente nuove modalità di utilizzo di questi strumenti.
La questione etica dell’uso di ChatGPT nelle tesi di laurea solleva interrogativi fondamentali sul valore dell’originalità accademica e sul significato stesso della formazione universitaria nell’era digitale.