Novembre 2025: nei corridoi delle scuole italiane si consuma un paradosso quotidiano. L’indagine OKkio alla SALUTE dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) certifica che quasi un bambino su quattro (24,6%) consuma ogni giorno bevande zuccherate, mentre il tasso di obesità infantile si attesta al 9,8%, resistendo alle sole campagne di sensibilizzazione. Parallelamente, l’ambiente scolastico accelera queste abitudini anziché contrastarle.
I dati Coldiretti/Ixè di giugno 2025 rivelano che il 40% degli studenti fa merenda ai distributori automatici, la cui offerta è composta per il 77% da snack dolci e solo per l’1% da frutta, secondo l’analisi della Fondazione Aletheia. Più di un bambino su due (52,9%) consuma snack dolci oltre tre giorni a settimana.
Mentre i numeri sanitari gridano allarme, la principale contromisura legislativa nazionale, la Sugar Tax, è stata rinviata per l’ennesima volta al 2027, vanificando anche le nuove linee guida anti-zucchero del Ministero dell’Istruzione.
Le criticità dei distributori automatici e le nuove linee guida del MIM
La composizione dell’offerta nei distributori automatici
L’analisi della Fondazione Aletheia, basata su dati ISS, rivela un quadro allarmante riguardo alla composizione dell’offerta alimentare nei distributori scolastici:
- 77% snack dolci
- 1% frutta fresca
- 52,9% dei bambini consuma snack dolci oltre 3 giorni alla settimana
- 40% degli studenti utilizza abitualmente i distributori per la merenda
Questi numeri configurano un ambiente alimentare scolastico strutturalmente orientato verso prodotti ad alto contenuto di zuccheri aggiunti, in netto contrasto con gli obiettivi di salute pubblica.
Le indicazioni del quaderno n. 2 del MIM
Nel giugno 2025, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato l’aggiornamento del “Quaderno n. 2 – Istruzioni per l’affidamento dei Servizi di ristorazione”. Il documento introduce direttive specifiche per disincentivare nei bandi di gara alimenti e bevande contenenti zuccheri semplici aggiunti.
La pubblicazione pressoché simultanea di queste linee guida e dei dati Coldiretti/Ixè evidenzia uno scostamento critico: mentre le direttive ministeriali puntano alla riduzione degli zuccheri, l’offerta reale nei distributori rimane invariata. Questo gap tra normativa e applicazione pratica rivela l’inefficacia delle precedenti indicazioni e la necessità di interventi più incisivi per modificare concretamente l’ambiente alimentare scolastico.
Il rinvio della sugar tax e il bilancio dei costi
La Sugar Tax, introdotta legislativamente nel 2020 per disincentivare il consumo di bevande zuccherate, è diventata una “tassa fantasma” a causa di una serie di rinvii seriali che ne hanno impedito l’applicazione.
Cronologia dei rinvii:
- 2020-2024: Prima fase di rinvii multipli dall’introduzione legislativa iniziale
- 1° luglio 2025: Data originariamente prevista per l’entrata in vigore, non rispettata
- 1° gennaio 2026: Primo rinvio deciso, successivamente annullato
- 14 ottobre 2025: Il Consiglio dei Ministri approva un ulteriore posticipo
- 1° gennaio 2027: Nuova data di applicazione, oltre sei anni dopo l’introduzione normativa
Impatto economico del rinvio:
Secondo la Ragioneria generale dello Stato, il solo rinvio semestrale (da luglio 2025 a gennaio 2026) ha comportato una rinuncia di gettito per circa 60 milioni di euro. Questi fondi avrebbero potuto finanziare programmi di educazione alimentare nelle scuole, proprio dove l’intervento risulta più urgente secondo i dati ISS.
Il protrarsi dello stallo legislativo non rappresenta quindi una scelta neutrale, ma comporta costi concreti sia in termini di mancate entrate fiscali sia di opportunità mancate per affrontare l’emergenza sanitaria certificata dai dati sul consumo di zuccheri tra gli studenti.
La battaglia tra industria e salute pubblica
Il rinvio continuo della Sugar Tax nasce da una forte polarizzazione tra interessi economici e obiettivi sanitari. Di seguito, le principali argomentazioni delle due parti:
| Posizione dell’industria | Posizione della comunità scientifica |
|---|---|
| Assobibe e Federalimentare sostengono che la tassa sia “economicamente devastante”, citando 5.000 posti di lavoro a rischio e mettendo in dubbio la sua efficacia sanitaria. | L’Istituto Mario Negri definisce la tassa necessaria, equiparando lo zucchero ad alcol e fumo in termini di danno alla salute pubblica. |
| L’industria rivendica di aver già ridotto volontariamente gli zuccheri del 41% attraverso l’autoregolamentazione, rendendo superfluo un intervento fiscale. Questa tesi è supportata da un’analisi della LUISS Guido Carli. | La comunità scientifica critica duramente il modello italiano della tassa, giudicandolo “sbagliato”: l’aliquota è considerata “irrilevante” e non progressiva, quindi incapace di incentivare le aziende a riformulare i prodotti. |
| Viene sottolineato l’impatto negativo sulla filiera produttiva nazionale e sui consumi delle famiglie. | Viene citato il modello britannico come esempio virtuoso: una tassa progressiva basata sul contenuto di zucchero ha portato a risultati concreti. |
Il paradosso finale emerge chiaramente: quella riduzione volontaria del 41% usata dall’industria come scudo contro la Sugar Tax è probabilmente la prova più evidente della sua efficacia potenziale. È stata proprio la minaccia della tassa a spingere le aziende a riformulare i prodotti, dimostrando che uno strumento fiscale ben calibrato può guidare cambiamenti industriali significativi prima ancora della sua applicazione effettiva.
La sfida per presidi e docenti nella trasformazione educativa
Nell’attesa del 2027, quando la Sugar Tax dovrebbe finalmente entrare in vigore, la responsabilità ricade su presidi e docenti. Tradurre le linee guida del MIM in pratica quotidiana richiede interventi immediati e mirati.
Tre azioni concrete per le scuole:
- Rivedere i bandi di gara per i distributori automatici: applicare le nuove direttive del Quaderno n. 2, escludendo prodotti con zuccheri semplici aggiunti e privilegiando frutta fresca, yogurt naturale e acqua.
- Integrare l’educazione alimentare nel curriculum: organizzare laboratori pratici di lettura delle etichette nutrizionali e workshop con nutrizionisti per sensibilizzare studenti e famiglie sui rischi del consumo eccessivo di zuccheri.
- Monitorare e comunicare i risultati: rilevare periodicamente le scelte alimentari degli studenti e condividere i dati con la comunità scolastica, trasformando il distributore da problema a strumento educativo concreto.