Anche i prof manifestano - Studentville

Anche i prof manifestano

Anche gli insegnanti sono scendono in piazza contro alcune istanze del MIUR. Contro l'aumento dell'orario di lavoro scatta la rivolta degli isegnanti.
Anche i prof manifestano

La rabbia degli insegnanti –  Immaginate di dover essere costretti da qualcuno a dover studiare il doppio per ottenere gli stessi voti. Vi arrabbiereste? Moltissimo! Non mancherebbero proteste e manifestazioni. Ma questa volta ad essere sul piede di guerra sono i prof. I vostri insegnanti, quelli che vi bacchettano ad ogni manifestazione, e quelli che vi invitano al pensiero critico e allo scipero ragionato. Ed ecco che il clima di sconfornto e nausea nei confronti della scuola italiana coinvolge proprio tutti: studenti, precari, e persino i prof!

I prof in rivolta: scopriamo perchè – Il Miur, questa volta, ha avanzato una proposta considerata assurda dalla maggior parte dei docenti italiani: l'aumento delle ore di lavoro, da  18 ore a 24. Tuttavia alla crescita dell'orario di lavoro non corrisponderà nessun aumento di stupendio. Sei ore settimanali in più non retribuite. Un provvedimento che andrebbe a modificare la legge attuale secondo la quale "l’attività di servizio del personale docente si svolge in 18 ore settimanali nelle scuole e istituti d’istruzione secondaria e artistica, distribuiti in non meno di 5 giorni settimanali”.

Il flash mob dei prof – Ma i prof non ci stanno. E tra le  varie forme di protesta ne usano una che si ispira a quelle più in voga  tra i loro studenti: un flash mob. Ieri centinaia di insegnanti si sono infatti riuniti davanti alla sede del MIUR per correggere i compiti dei loro studenti. Il messaggio è chiaro: il lavoro dell'insegnante non si esaurisce in 18 ore di lezione.

Altre proteste in tutte Italia – E mentre su internet inizano a diffondersi le petizioni online sui siti specializzati, in tutta Italia i prof danno vita ad altre forme di protesta. Ecco quelle riportare da Repubblica.it "Al liceo Talete di Roma i docenti hanno annunciato una settimana di «sciopero bianco». In classe si farà solo «didattica essenziale». A Palermo due docenti si sono rifiutati di ricoprire l'incarico di coordinatori di classe. Un precario di Ferrara ha persino stampato una serie di magliette con frasi del tipo: “Pubblica (d)istruzione”.

Ma agli studenti interessa davvero? – Assolutamente sì. E ad essere chiamato in causa non è solo il vostro senso civico, ma anche la qualità dell'istruzione a cui prendete parte. Un insegnante che lavora di più senza un giusto compenso non può che risultare frustrato e stressato e questo non può che essere un fattore negativo sul rapporto con i propri studenti. E allora ragazzi siate comprensivi, e mostratevi interessati nei confronti della protesta dei prof. In gioco c'è anche il vostro futuro!

 

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