Sed quoniam rhetorica mihi vestra sunt nota teque in eis et audivimus saepe et audiemus atque hanc Academicorum contra
propositum disputandi consuetudinem indicant te suscepisse Tusculanae disputationes, ponere aliquid, ad quod audiam, si tibi
non est molestum, volo. An mihi, inquam, potest quicquam esse molestum, quod tibi gratum futurum sit? Sed ita audies, ut
Romanum hominem, ut timide ingredientem ad hoc genus disputandi, ut longo intervallo haec studia repetentem. Ita, inquit,
audiam te disputantem, ut ea lego, quae scripsisti. Proinde ordire. Considamus hic.
Versione tradotta
Allora, considerando che le vostre finezze retoriche mi sono note e che ti abbiamo ascoltato più
volte e ancora ti ascolteremo impegnato in esse, e poiché le Discussioni di Tuscolo dimostrano che hai adottato la tecnica
degli Accademici di disquisire e respingere ogni tesi proposta, vorrei suggerire un tema, per ascoltare il tuo parere, se non
ti spiace». «Potrebbe forse spiacermi», ribattei, «ciò che a te sarà gradito? Allora mi ascolterai tenendo presente che parla
un Romano, un uomo che timidamente si affaccia a questo genere di disputa e che ritorna a tali studi dopo un lungo intervallo
di tempo». «Ti ascolterò discettare», disse, «nello stesso modo in cui leggo i tuoi scritti. Inizia dunque. Sediamoci qui».
- Letteratura Latina
- De Fato
- Cicerone