Il decreto interministeriale che definisce l’importo della Carta del Docente per l’anno scolastico 2025/26 non sarà pronto prima della fine di gennaio 2026. Lo ha denunciato Antonio Caso, capogruppo M5S in commissione cultura alla Camera, sottolineando come questa tempistica comporti che la Carta sarà utilizzabile soltanto a partire da febbraio 2026.
La conseguenza più grave riguarda i docenti con contratto in scadenza il 30 giugno: avranno una finestra temporale ridottissima – appena quattro mesi – per spendere il bonus destinato alla formazione professionale. Inoltre, per questi insegnanti non sussiste alcuna certezza di continuità per l’anno scolastico successivo, rendendo ancora più critica la possibilità di pianificare acquisti di beni e servizi formativi in modo efficace.
La denuncia del M5S: importo sotto 500 euro e residui bloccati
Il capogruppo M5S in commissione cultura alla Camera, Antonio Caso, ha sollevato il rischio concreto che l’importo unitario della Carta del docente scenda per la prima volta sotto i 500 euro. Dopo dieci anni dalla sua istituzione, la mancanza di un adeguato incremento delle risorse disponibili potrebbe ridimensionare uno strumento concepito per valorizzare la formazione professionale degli insegnanti.
A questo si aggiungono i disservizi della piattaforma, che continuano a generare disagi diffusi. Nonostante l’attivazione del 19 novembre, molti docenti non riescono ancora ad accedere ai residui degli anni precedenti, bloccando di fatto risorse già maturate e spendibili.
Caso ha denunciato inoltre la “confusione che regna sovrana a Viale Trastevere”, sottolineando la mancanza di garanzie sull’erogazione tempestiva dei fondi e sull’effettiva possibilità di utilizzare le somme in tempi utili per chi tiene in piedi quotidianamente la scuola italiana.
Le spese legali e i ricorsi: il costo dei contenziosi per singola card
L’amministrazione scolastica potrebbe dover sostenere costi significativi legati ai contenziosi sulla Carta del docente. Secondo quanto denunciato da Antonio Caso, per ogni card negata il Ministero rischia di spendere fino a 2.500 euro, cifra a cui si sommano ulteriori spese legali per la gestione delle controversie.
Questi oneri economici derivano dai numerosi ricorsi presentati da docenti che non hanno potuto accedere al beneficio, in particolare i precari destinatari di sentenze favorevoli. L’impatto complessivo sulla spesa pubblica potrebbe risultare rilevante, considerando il numero di contenziosi in corso e la necessità per l’amministrazione di garantire l’ottemperanza alle decisioni giudiziarie.
Lo sblocco parziale: residui 2024/25 e voucher dal 2026
Il 19 novembre scorso il Ministero ha riaperto la piattaforma della Carta del Docente, consentendo l’utilizzo delle somme residue relative all’anno scolastico 2024/25. Questa prima fase riguarda esclusivamente i fondi non spesi nell’annualità precedente, senza includere le nuove erogazioni.
Le nuove disposizioni operative entreranno in vigore a partire da gennaio 2026, quando saranno disponibili voucher specifici per l’anno scolastico 2025/2026. Questi voucher permetteranno di accedere alle funzionalità aggiornate, tra cui l’estensione ai nuovi beneficiari e le tipologie di spesa ampliate. In particolare, sarà possibile utilizzare la Carta per l’acquisto di servizi di trasporto, opzione non prevista nella fase attuale.
La distinzione temporale è rilevante per i docenti: fino a gennaio 2026 si possono spendere solo i residui, mentre per accedere all’importo 2025/26 e alle nuove modalità di acquisto occorrerà attendere febbraio.
Il nuovo perimetro della Carta: platea ampliata e acquisti ammessi
Il 28 ottobre, con l’approvazione definitiva alla Camera, il decreto Scuola è diventato legge (decreto 9 settembre 2025, n. 127), introducendo modifiche sostanziali alla Carta del docente. L’estensione riguarda circa 190.000 precari, includendo per la prima volta supplenti annuali, personale con contratto fino al 30 giugno e personale educativo.
Dall’anno scolastico 2025/26, la Carta può essere utilizzata per acquistare hardware e software esclusivamente alla prima erogazione e poi con cadenza quadriennale. Chi l’ha percepita negli anni precedenti può usarla per questi acquisti nel 2025/26 e successivamente ogni quattro anni. Tra le novità figura anche l’ammissibilità dei servizi di trasporto di persone.
Un decreto interministeriale, da emanarsi entro il 30 gennaio di ogni anno, definirà i criteri di assegnazione e ripartirà l’importo nominale in base al numero effettivo degli aventi diritto.
L’importo 2025/26: i 500 euro non sono garantiti
Il decreto chiarisce che l’importo della Carta del Docente sarà determinato in base alle risorse disponibili e al numero effettivo degli aventi diritto. Non esiste quindi alcuna garanzia che il bonus resti fissato a 500 euro per ciascun insegnante.
Nonostante i dubbi sollevati, né il Ministero dell’Istruzione e del Merito né la maggioranza di governo hanno fornito conferme o smentite ufficiali sulla soglia minima. L’assenza di comunicazioni istituzionali lascia i docenti nell’incertezza, in attesa del decreto interministeriale previsto per fine gennaio 2026.