Erasmus in Italia, fondi raddoppiati per coinvolgere più studenti

Erasmus in Italia, fondi raddoppiati per coinvolgere più studenti

Il programma Erasmus in Italia punta a un deciso cambio di passo nel 2025 con un consistente aumento dei fondi stanziati per più opportunità di mobilità.
Erasmus in Italia, fondi raddoppiati per coinvolgere più studenti

Il programma Erasmus in Italia punta a un deciso cambio di passo nel 2025 con un consistente aumento dei fondi stanziati, che passano da 3 a 7 milioni di euro. Questa significativa iniezione di risorse si accompagna all’innalzamento della soglia ISEE, ora fissata a 50mila euro, per permettere a un numero maggiore di studenti di accedere alle opportunità di mobilità tra atenei nazionali.

Le modifiche nascono dall’esigenza di rivitalizzare un’iniziativa che, nel suo primo anno di vita, non è riuscita ad attrarre l’interesse sperato dalla comunità studentesca. Il ministero ha quindi optato per un potenziamento strutturale del programma, cercando di eliminare gli ostacoli economici che potrebbero aver limitato la partecipazione e di rendere l’esperienza più accessibile e attraente per gli universitari italiani.

La rete degli atenei: numeri e criticità del programma

L’adesione al programma di mobilità nazionale non è mancata, con ben 44 università che hanno scelto di partecipare all’iniziativa. Gli atenei hanno sottoscritto complessivamente 761 convenzioni tra loro, creando una fitta rete di opportunità di scambio. La maggior parte delle convenzioni, precisamente 496, riguarda i percorsi di laurea magistrale, mentre 157 sono destinate ai corsi triennali e 108 ai cicli unici.

Tuttavia, nonostante questo slancio iniziale, i numeri raccontano una storia diversa sul fronte delle richieste. Le borse di studio erogate sono state appena 468, per un valore totale di 1,8 milioni di euro, lasciando inutilizzato oltre un terzo dei fondi originariamente stanziati.

La proposta CRUI: una gestione più flessibile delle risorse

Su iniziativa dei delegati della Conferenza dei Rettori si punta a rendere il programma più accessibile con un sistema di bandi a doppio ciclo. Questa innovazione permetterà di coprire l’intero anno accademico, offrendo maggiori opportunità agli studenti di pianificare la propria esperienza formativa.

L’aspetto più rilevante riguarda la gestione economica: nel caso in cui, al termine della procedura di assegnazione, i fondi effettivamente utilizzati risultassero inferiori a quelli stanziati dal Ministero, gli atenei avranno la possibilità di comunicarne l’importo e conservare le risorse non utilizzate per destinarle alla procedura selettiva successiva.

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