Variante scozzese Covid: primi casi in Italia - StudentVille
Variante scozzese Covid: primi casi in Italia

Variante scozzese Covid: primi casi in Italia

Variante scozzese Covid: gli aggiornamenti

“Sembra che ci sia una variante delle varianti, nel senso che pare che la variante inglese sia ulteriormente mutata, tanto che stiamo parlando di variante scozzese in un paio di comuni della provincia di Varese […] Ci stiamo domandando cosa fare e quale misure mettere in piedi” per questa nuova variante”, lo ha dichiarato martedì 16 febbraio 2021 Guido Bertolaso, consulente del governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana, nel corso di un webinar di Eurocomunicazione dal titolo: “L’esempio di Israele nel Piano di vaccinazione anti Covid”, come riporta l’Ansa.

Variante scozzese Covid: primi casi in Italia

Variante scozzese Covid: i primi casi

I quattro comuni lombardi di Viggiù, Bollate, Mede e Castrezzato “non sono zone rosse, le quali possono essere istituite solo dal ministro della Salute, ma una fascia rossa, misura consentita al presidente della Regione per rendere più stringenti le misure. Queste fasce rosse sono state definite perché oltre ad esserci l’evidenza di alcuni focolai, si è evidenziato che derivavano da varianti del virus, per lo più inglesi. Per il comune di Viggiù addirittura si tratta di una variante della variante inglese, definita variante scozzese”, ha aggiunto il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, intervenendo a Bergamo Tv.

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Al momento non ci sono dettagli sulle differenze tra la variante scozzese e quella originale, tuttavia l’unica cosa certa è che si tratti di un’ulteriore variante della variante britannica. Capiamo insieme allora quali sono le differenze con la variante inglese: rilevata per la prima volta nell’ottobre 2020 durante la pandemia di Covid nel Regno Unito da un campione prelevato il mese precedente, rispetto al virus che era stato trovato in origine a Wuhan, la variante britannica contiene ben 17 differenze, cosa che la rende molto diversa dalle altre varianti, che di norma si differenziano dal ceppo originale cinese per 2-3 differenze totali. Fra le principali disuguaglianze ci sono l’aumento delle segnalazioni di tosse dal 27 per cento al 35 per cento e l’elencazione di nuovi sintomi quali: affaticamento, dolori muscolari e mal di gola; invece a livello genetico si segnalano l’eliminazione di un particolare aminoacido in due punti del DNA e la sostituzione di un aminoacido nei confronti di un altro nelle zone N501Y, A570D, P681H, D614G, T716I, S982A, D1118H.

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