Laurea: titolo superato secondo la gen z

Laurea? Titolo superato secondo la Gen Z

Secondo un sondaggio di Indeed, il 49% della Gen Z considera l'università uno spreco di tempo e denaro, preferendo percorsi formativi più brevi.
Laurea? Titolo superato secondo la Gen Z

Secondo un recente sondaggio condotto da Indeed, quasi la metà dei giovani appartenenti alla Generazione Z (49%) considera l’università semplicemente uno spreco di tempo e denaro. I nativi digitali sembrano preferire percorsi formativi più brevi e mirati, concentrandosi su competenze immediatamente spendibili nel mercato del lavoro.

La loro attenzione si rivolge particolarmente a corsi specializzati in machine learning, gestione di chatbot e comprensione degli algoritmi, strumenti che stanno rivoluzionando il panorama professionale contemporaneo. Questo cambio di rotta evidenzia una frattura tra il modello educativo tradizionale, basato su percorsi accademici pluriennali, e le nuove modalità di apprendimento digitale, caratterizzate da maggiore flessibilità e immediatezza nell’acquisizione di competenze tecniche avanzate.

La visione degli esperti e il vero valore della laurea

Christine Cruzvergara, responsabile della strategia educativa di Handshake, si oppone fermamente alla visione della Gen Z. Secondo l’esperta, ridurre la laurea a un semplice strumento per trovare lavoro è un errore sostanziale:

L’istruzione superiore sviluppa capacità manageriali e di leadership, accelera l’avanzamento di carriera e amplia la rete di contatti

afferma con convinzione. Citando Mark Zuckerberg, che abbandonò Harvard al secondo anno, Cruzvergara invita a una riflessione provocatoria: avrebbe mai creato Facebook senza le conoscenze e i contatti sviluppati durante il suo breve percorso universitario?

L’onere economico: i costi che allontanano dai campus

I costi esorbitanti rappresentano il principale motivo che spinge i giovani a voltare le spalle all’università. Negli Stati Uniti questa spesa è raddoppiata nell’ultimo ventennio, superando i 38mila dollari, con prestiti studenteschi che hanno oltrepassato i 2mila miliardi di dollari complessivi.

Anche in Italia la situazione non è rosea: secondo l’Unione degli Universitari, una retta annuale costa mediamente tra 900 e 1.000 euro negli atenei pubblici, cifra che può lievitare fino a 10mila euro nelle università private. Per un master si arriva facilmente a 3.500 euro. Il 38% dei nativi digitali ritiene che i debiti contratti abbiano limitato la loro carriera più di quanto il titolo accademico l’abbia favorita.

A questo si aggiunge il tempo necessario per completare gli studi – quattro anni negli USA – mentre le piattaforme online promettono competenze spendibili in pochi mesi, con iscrizioni quadruplicate nell’ultimo anno.

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti