Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sta valutando l’introduzione di nuovi fondi pubblici destinati direttamente agli istituti scolastici per l’acquisto dei libri di testo. La proposta è emersa mentre la manovra finanziaria attraversa la sua fase conclusiva, caratterizzata dalla selezione degli interventi prioritari e dal reperimento delle necessarie coperture.
L’ipotesi prevede la creazione di un sistema di prestito gestito dalle scuole: i volumi verrebbero acquistati con risorse pubbliche e messi a disposizione degli studenti, eliminando così la necessità per le famiglie di sostenere annualmente questa spesa. L’obiettivo dichiarato è garantire un risparmio netto sui bilanci familiari, alleggerendo il peso economico dell’istruzione.
La misura si inserisce in un piano più ampio di sostegno alla natalità e alla crescita dei figli, configurandosi come uno degli strumenti attraverso cui il governo intende rimuovere gli ostacoli finanziari che gravano sulle famiglie italiane. Al momento si tratta di un’ipotesi in fase di valutazione, non ancora formalizzata in provvedimento normativo.
Il comodato d’uso scolastico: gestione dei volumi e risparmi
Il modello proposto dal ministro Giorgetti prevede che i libri di testo restino di proprietà della scuola e vengano trasmessi da una classe all’altra negli anni successivi, secondo un sistema di prestito gratuito per gli studenti. Questa formula, già sperimentata con successo in altri Paesi europei, trasforma l’acquisto dei volumi da spesa individuale a servizio condiviso gestito dall’istituto.
Il comodato d’uso eliminerebbe la necessità per ogni famiglia di acquistare l’intero set di libri a ogni inizio d’anno scolastico, generando risparmi ricorrenti nel bilancio domestico. I volumi, acquistati dalla scuola con fondi pubblici, verrebbero dati in prestito agli alunni per la durata dell’anno, poi restituiti e passati alla coorte successiva.
Il ministro dell’Economia definisce questo meccanismo uno strumento fondamentale per rendere la spesa educativa più accessibile e per alleggerire i costi diretti che pesano annualmente sulle famiglie italiane, riducendo così una delle barriere economiche all’istruzione.
La strategia per la natalità: bonus bebè e misure per le madri
Il ministro Giorgetti collega strettamente la proposta sui libri di testo alla strategia del MEF per contrastare il calo demografico. Secondo il governo, il caro-istruzione rappresenta una delle barriere economiche che scoraggiano le coppie dall’avere figli. Il piano mira dunque a rimuovere ostacoli finanziari lungo tutto il percorso di crescita dei minori.
Tra i provvedimenti discussi come “tasselli di un mosaico” figurano:
- il rinnovo del bonus bebè per i nuovi nati
- la decontribuzione specifica per le lavoratrici madri
- interventi selettivi per le scuole che aderiscono a una gestione centralizzata dei materiali didattici
Giorgetti ha inoltre citato questi ultimi come strumenti per rafforzare il coordinamento pubblico delle spese educative e liberare risorse per i nuclei familiari.
La manovra e i vincoli: coperture e rientro del deficit
La manovra finanziaria attraversa la sua fase conclusiva, momento in cui il governo seleziona gli interventi prioritari e individua le necessarie coperture di bilancio. Ogni nuova iniziativa di sostegno alle famiglie, dai buoni destinati alle scuole paritarie al sistema di prestito dei libri di testo in comodato, deve rispettare un vincolo fondamentale: la compatibilità con il rientro del deficit pubblico.
Il ministro Giorgetti ha posto l’accento sulla credibilità finanziaria dell’Italia sui mercati internazionali e sulla stabilità dei conti pubblici, elementi imprescindibili per valutare qualunque misura di spesa aggiuntiva.
La sostenibilità del debito rimane il criterio guida per autorizzare nuovi stanziamenti, anche quando rispondono a esigenze sociali urgenti come il sostegno alla natalità e la riduzione del peso economico dell’istruzione sulle famiglie.