I dati del sistema sanitario lombardo delineano uno scenario allarmante: oltre 150mila bambini e adolescenti con disturbi neuropsichiatrici e neurologici sono stati curati nella regione lo scorso anno. Di questi, 124mila hanno ricevuto assistenza negli ambulatori specialistici, mentre 28mila sono finiti in pronto soccorso.
L’Organizzazione mondiale della sanità stima che potrebbero essere addirittura 250mila gli adolescenti lombardi in difficoltà, suggerendo una dimensione del fenomeno ancora più preoccupante di quella registrata ufficialmente.
L’analisi del neuropsichiatra Albizzati
Il professor Alessandro Albizzati, neuropsichiatra e primario dell’Unità Operativa di Psicopatologia dell’Età Evolutiva presso l’Asst Santi Paolo e Carlo, sottolinea un aspetto cruciale: «evitare di identificare la propria adolescenza con quella dei propri figli. Le adolescenze sono andate progressivamente differenziandosi».
Gli adolescenti contemporanei crescono in un contesto radicalmente diverso rispetto a quello di 25-30 anni fa, caratterizzato dalla presenza costante di device digitali, smartphone e social network. Secondo Albizzati, non si tratta di dichiarare guerra a questi strumenti tecnologici, ma di imparare a gestirli consapevolmente.
Il ruolo della scuola nel riconoscimento precoce
La scuola rappresenta un osservatorio privilegiato per identificare precocemente i segnali di disagio psicologico negli adolescenti. Gli insegnanti, attraverso il contatto quotidiano con gli studenti, possono notare cambiamenti comportamentali significativi: calo del rendimento, isolamento sociale, aggressività improvvisa o alterazioni dell’umore.
Il professor Albizzati sottolinea l’importanza di formare il personale scolastico al riconoscimento di questi indicatori. Genitori e docenti devono collaborare attivamente, condividendo osservazioni e preoccupazioni per costruire un quadro completo della situazione del ragazzo e attivare tempestivamente i servizi specialistici quando necessario.
Le sfide della gestione digitale nelle nuove generazioni
L’impatto dei device digitali rappresenta una delle principali sfide nel benessere psicologico degli adolescenti contemporanei. Smartphone, tablet e social network hanno trasformato radicalmente le dinamiche relazionali e cognitive dei giovani, creando nuovi paradigmi di interazione sociale.
Il professor Albizzati sottolinea come non si tratti di “fare guerra” a questi strumenti tecnologici, ma di sviluppare competenze per una gestione consapevole e bilanciata. L’uso incontrollato della tecnologia può generare isolamento sociale, dipendenza digitale e alterazioni nei ritmi del sonno, contribuendo all’aumento dei disturbi neuropsichiatrici.
La sfida educativa contemporanea richiede un approccio integrato che coinvolga famiglie e istituzioni scolastiche nella promozione di un utilizzo responsabile della tecnologia, trasformando i device da potenziali fattori di rischio in strumenti di crescita e apprendimento.