Secondo un report intitolato “Senza casa, senza futuro”, condotto dall’Udu in collaborazione con la Cgil e il Sunia, la città maggiormente costosa per gli studenti universitari è Milano.
Analizzando la media nazionale, in base a diverse regioni, gli affitti per gli studenti si aggirano intorno a 430 euro mensili. Per quanto riguarda la città di Milano, invece, la richiesta di affitto anche per una singola stanza parte da 600 euro. Naturalmente ogni privato che affitta un appartamento propone il prezzo in base alla zona, alle tasse e alle personali necessità. La richiesta, però, dei locatori milanesi sembra essere diventata ormai una sorta di “emergenza” per moltissimi studenti, i quali si ritrovano spesso a non riuscire più a saldare l’affitto richiesto.
Il report, inoltre, ha registrato che circa il 60% degli studenti che provengono da fuori sede hanno notevoli difficoltà a trovare un canone consono alle proprie possibilità economiche e al prossimo tenore di vita. Per più della metà degli universitari, quindi il 53%, gli standard sembrano essere inarrivabili. Ci sono anche altre problematiche importanti che non facilitano la situazione degli affitti a Milano. Un fattore limitante sono le pessime condizioni strutturali di oltre il 40% degli alloggi affittati o da affittare, non favorendo una situazione vantaggiosa per studenti e inquilini.
Inoltre, un altro elemento su cui riflettere secondo il report, è che circa il 13% dei locatori preferisce assegnare il proprio affitto solamente a universitarie. Ciò di certo crea una discriminazione di genere che rappresenta un problema per molti ragazzi.
In compenso, sempre secondo l‘indagine condotta dall’Udu, la città meno costosa per gli universitari è Palermo. La media proposta dai locatori palermitani per gli affitti ai ragazzi e alle ragazze si aggira intorno ai 250 euro, quindi circa duecento euro in meno rispetto alla media italiana.
La situazione affitti nelle altre città italiane
Il tema affitti sembra essere delicato non solo nel capoluogo lombardo, ma anche nelle altre città d’Italia, in cui sono presenti le maggiori università. Se la media nazionale si aggira intorno ai 430 euro, a Bologna si richiedono circa 505 euro, a Roma, Firenze e Padova gli alloggi costano circa 500 euro. Solitamente gli studenti, per riuscire a rientrare in tutte le spese, sono disposti a dividere le stanze con altri ragazzi. Infatti, l’indagine dell’associazione Udu ha riportato che 3 studenti su 10 non riescono a gestire il loro ammontare da dividere tra spese, bollette e affitto.
La situazione economica generale, che costituisce lo scenario attuale non aiuta. L’incremento dei prezzi , le tasse e le tariffe dell’energia non supportano di certo gli studenti, soprattutto i giovani universitari. Il report ha registrato che solo il 34% è in grado di pagare gli affitti senza alcuna difficoltà, probabilmente grazie anche al supporto genitoriale.
Simone Agutoli, responsabile del sondaggio Udu per la questione affitti, ha chiaramente espresso in merito alla condizione milanese:
“Sono cifre assurde, quasi impossibili da sostenere per una famiglia media”.
Il 30 ottobre 2023, l’Unione degli Universitari si incontrerà con la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, con l’obiettivo di presentare delle proposte efficaci volte a risanare la situazione per gli studenti.
Le idee che verranno mostrate per migliorare la situazione sono quattro nello specifico. Nel primo caso, l’intento è quello di istituire un fondo nazionale per gli studenti fuori sede di 100 milioni di euro, da distribuire a tutte le università e le regioni. Inoltre, si pensa di incrementare le borse di studio, sebbene siano richiesti almeno 300 milioni per coprire gli studenti abilitati. L’altra proposta corrisponde ad agire sulla leva fiscale, cercando di limitare i canoni ordinari, in parte le tasse e lo sfitto. In conclusione, secondo il sindacato occorre rivedere il Pnrr, cercando di investire sugli alloggi di profilo pubblico.