“Non è vaccinato”: 15enne suicida perché bullizzato a scuola - Studentville

“Non è vaccinato”: 15enne si suicida perché bullizzato a scuola

Si è tolto la vita a seguito di una lunga serie di atti di bullismo a scuola nati dalla falsa notizia che non fosse vaccinato: è successo negli Stati Uniti
“Non è vaccinato”: 15enne si suicida perché bullizzato a scuola

Una voce messa in giro su di lui ha avuto una tragica conseguenza. E’ successo lo scorso mese di gennaio negli Stati Uniti, dove qualcuno aveva diffuso l’errata notizia che non fosse vaccinato. Da lì è divenuto oggetto di bullismo da parte dei suoi compagni di scuola e, dopo mesi di incessanti soprusi, si è tolto la vita. Stiamo parlando di un ragazzo di 15 anni, uno studente della Latin School of Chicago. Ma come è possibile che sia andata così? Approfondiamo la vicenda del 15enne suicida perché bullizzato dai suoi coetanei.

“Non è vaccinato” 15enne si suicida perché bullizzato a scuola

15enne suicida perché bullizzato: “non è vaccinato”

Qualcuno aveva diffuso una notizia errata, quella che il ragazzo – Nate Bronstein il suo nome – non avesse fatto il vaccino contro il Covid. Da lì, l’inizio di una lunga ed incessante serie di soprusi da parte di alcuni studenti della stessa scuola. La voce sarebbe stata diffusa da un coetaneo del ragazzo, ma ciò che emerge nella causa intentata contro la scuola, è che non solo la notizia non corrispondesse a realtà, ma che Nate, seppur regolarmente vaccinato, continuasse a venire molestato. A niente era valso l’intervento dei genitori, Robert e Rosellene Ronstein, che avevano persino contattato la famiglia degli altri studenti per tentare di risolvere la situazione della quale il loro figlio era, suo malgrado, vittima.

La causa dei genitori del 15enne

Ed è così che, una volta che le molestie sono peggiorate, che un insegnante di Nate gli ha rivolto delle frasi infelici sulle sue capacità ed uno studente lo ha invitato a togliersi la vita nel mese di dicembre su Snapchat, il 15 enne ha incontrato un amministratore della scuola. Ma non ci sono state conseguenze per i “bulli”. Neanche dopo l’intervento della madre di Nate, che ha incontrato un consulente didattico esponendogli i fatti oltre ad aver contattato la scuola più di una trentina di volte. Sono “questioni familiari“: si era sentita rispondere. Nulla anche dopo la denuncia da parte dello stesso adolescente al decano della scuola, della quale la famiglia non sapeva niente, come ha fatto sapere la madre.

Ed è così che è avvenuto il tragico epilogo. A gennaio il padre ha trovato il figlio impiccato alla doccia in un bagno della loro casa. La causa intentata da Robert e Rosellene Ronstein sostiene, tra l’altro, che la Latin School of Chicago abbia violato una legge statale che impone alle scuole di indagare sui rapporti di bullismo. E di rendere partecipi i genitori degli studenti coinvolti, vittime e bulli indistintamente.

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