Sentenza TAR Puglia: la presenza non è un requisito assoluto per accedere alla valutazione finale

Sentenza TAR Puglia: la presenza non è un requisito assoluto per accedere alla valutazione finale

La sentenza n.1122/2025 del TAR Puglia ridefinisce il rapporto tra frequenza scolastica e valutazione del merito, considerando il rendimento positivo nelle materie.
Sentenza TAR Puglia: la presenza non è un requisito assoluto per accedere alla valutazione finale

La sentenza n.1122/2025 del TAR Puglia, sezione di Lecce, pubblicata il 30 giugno 2025, ridefinisce il rapporto tra frequenza scolastica e valutazione del merito. Il caso riguardava uno studente escluso dallo scrutinio finale per aver superato il limite massimo di assenze, nonostante presentasse risultati positivi in entrambi i quadrimestri.

I giudici hanno stabilito che la presenza, pur essendo fondamentale per l’apprendimento, non costituisce un requisito assoluto per accedere alla valutazione finale quando emergono giudizi positivi nelle singole materie e competenze documentate.

Le implicazioni operative per il sistema scolastico

Il TAR Puglia stabilisce che le istituzioni scolastiche non possono applicare automaticamente la bocciatura per superamento del limite di assenze quando il percorso didattico risulti documentato e il profitto scolastico sia apprezzabile. La sentenza evidenzia come un rendimento positivo nelle singole materie debba essere considerato elemento determinante nella valutazione complessiva dello studente.

Le scuole sono ora tenute a motivare in maniera puntuale ogni provvedimento disciplinare legato alla frequenza, evitando automatismi che non valorizzino il percorso individuale dell’alunno. Il dispositivo sottolinea la necessità di privilegiare l’interesse educativo dello studente, tutelando lo sviluppo personale ogni volta che i risultati di apprendimento siano soddisfacenti nonostante una frequenza ridotta.

L’applicazione delle metodologie di valutazione

La sentenza del TAR Puglia stabilisce un principio fondamentale: il rendimento scolastico nelle singole discipline può prevalere sulla mera presenza fisica in aula. Questo orientamento giurisprudenziale definisce i “giudizi positivi nelle singole materie” come elementi probatori della capacità dello studente di raggiungere gli obiettivi formativi, indipendentemente dalla frequenza alle lezioni.

L’applicazione di questo criterio implica che le istituzioni scolastiche debbano valutare il percorso didattico complessivo, considerando le competenze acquisite e documentate attraverso verifiche, elaborati e altre forme di accertamento del profitto.

La presenza diventa quindi un indicatore importante ma non esclusivo del successo formativo, mentre assume maggiore rilevanza la dimostrazione concreta delle conoscenze e abilità sviluppate nelle diverse aree disciplinari.

Il ruolo delle istituzioni nella motivazione delle scelte didattiche

La sentenza del TAR Puglia impone alle istituzioni scolastiche un approccio più rigoroso nella documentazione delle decisioni relative agli studenti con elevato numero di assenze. Le scuole devono motivare puntualmente ogni provvedimento, evitando automatismi che non considerino il percorso individuale dell’alunno e il suo sviluppo formativo complessivo.

Il tribunale amministrativo sottolinea l’importanza di tutelare l’interesse educativo dello studente, privilegiando una valutazione che tenga conto delle competenze acquisite e dei risultati di apprendimento positivi. Questo orientamento richiede alle istituzioni di bilanciare criteri quantitativi, come la frequenza, con elementi qualitativi rappresentati dal rendimento nelle singole discipline, garantendo così una valutazione più equa e personalizzata.

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