Simone, il maestro che ha deciso di lavorare gratuitamente - Studentville

La storia di Simone, il maestro che ha deciso di lavorare gratuitamente

Simone è il supplente di una scuola dell'infanzia che ha deciso di lavorare gratuitamente per non lasciare i suoi piccoli alunni.
La storia di Simone, il maestro che ha deciso di lavorare gratuitamente

Lavorare gratis: chi lo farebbe? Di questi tempi, ma non solo, scegliere di portare avanti una professione senza percepire il relativo stipendio è un atto di coraggio, oltre che – in questo caso – segno di un profondo altruismo. E’ proprio questo che ha spinto Simone, dopo due anni di servizio passati alla scuola d’infanzia di Porta Garibaldi di Chieti come supplente, a scegliere di rimanere ad insegnare ai suoi alunni. Ma come sono andate le cose?

Simone, il maestro che ha deciso di lavorare gratis

Simone non era di ruolo: ha fatto da supplente alla legittima titolare della cattedra che era stato chiamato a coprire. La donna, immunodepressa e per questo esonerata dal vaccino anti Covid, non aveva potuto più insegnare ed era per forza di cose rimasta a casa lasciando scoperta la classe della scuola di infanzia di Chieti. Il tutto perché non poteva stare a contatto con i bambini per il rischio di venirne contagiata. A pochi giorni dalla fine della scuola, Simone era pronto per salutare definitivamente i suoi piccoli alunni in vista dell’imminente rientro della docente. Ma qualcosa di inaspettato è successo.

La storia di Simone, il maestro che ha deciso di lavorare gratuitamente

Era diventato supplente durante la pandemia

Simone, una laurea in scienze dell’educazione e tanta voglia di insegnare, ha deciso di continuare a lavorare per due settimane – perché no, la scuola non è finita ovunque l’8 giugno – tornando in cattedra per ben due settimane senza percepire la dovuta retribuzione. Il tutto, pur di non lasciare da soli i bambini con i quali è stato a stretto contatto ogni giorno negli ultimi due anni. Quelli ai quali ha dovuto spiegare, in piena pandemia, cosa stesse succedendo nel mondo.

In questa sua decisione non è stato solo: le mamme sono state entusiaste di tale sua scelta, appoggiandola e difendendola. Simone ha quindi deciso di continuare ad insegnare gratuitamente per due settimane anche dopo il rientro della collega. Sottolineando, tra l’altro, come non si tratti di una novità: così come ha dichiarato ad un quotidiano, i loro stipendi non arrivano da marzo.

“Non si capisce per quale ragione, ma quest’anno è accaduto per questo. Che farci? Se credi nell’insegnamento sei disposto a fare tutto. Ad accettare tutto. E io ci credo. Mi piace. Questo è il mio lavoro”.

Ha aggiunto Simone, il maestro che tutti vorrebbero avere. Che dire, un bell’esempio da elogiare.

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