Studente gay a scuola con i tacchi: sospeso - Studentville

Studente gay a scuola con i tacchi: sospeso

Un ragazzo americano è stato sospeso per tre giorni in una scuola americana perché indossava a lezione un paio di scarpe femminili.
Studente gay a scuola con i tacchi: sospeso

A PROPOSITO DI SOSPENSIONI…

Sospeso perchè indossava tacchi a scuola – Questa strana storia è accaduta in Virginia, alla Charles City High School di Charles City. Lontanuccio, certo. Ma vale lo stesso la pena di raccontarla. Asante Cotman studia presso il suddetto istituto. E’ omosessuale e ha la pelle color cioccolato. E’ stato sospeso per tre giorni. Sapete perché? Perché indossava un paio di scarpe femminili. Col tacco. Allora la direzione gli ha inflitto il castigo, dicendo che quei tacchi “danneggiano la scuola”.

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Tacchi troppo alti e razzismo – Lui ha raccontato l’episodio ai media locali: “Indossavo questa giacca rossa, la mia maglietta bianca, il mio paio di pantaloni cargo e i tacchi. Non vedo come potessi offendere qualcuno. Non è pubblicità. Cerco di essere me stesso. Voglio essere uno studente come tutti gli altri. Uno studente gay come tutti gli altri”. La preside dell’istituto si è trincerata dietro un “no comment”; a parlare ci ha però pensato il soprintendente Janet Crawley, spiegando che la decisione di sospendere Asante non coincide con una discriminazione, ma è stata presa per “motivi di sicurezza”. In pratica, quei quindici centimetri di tacco rischiavano di far cadere il ragazzo, quindi loro hanno semplicemente inteso proteggerlo. Una teoria che suona piuttosto forzata, bisogna ammetterlo. Perché se fosse stata una ragazza, a mettere quelle stesse calzature, molto probabilmente la cosa sarebbe passata inosservata. Diciamo “probabilmente” solo perché – in effetti – l’altezza è un po’ eccessiva, più che altro va bene per uscire la sera con gli amici…

RAZZISMO A SCUOLA?

Che ne pensate? – Il punto, comunque, è un altro: ha davvero esagerato, Asante? Dovrebbe evitare look così… espliciti? Oppure avrebbero dovuto lasciarlo in pace? Vien da chiedersi cosa sarebbe successo se questa vicenda fosse ambientata in una qualsiasi scuola italiana. E, soprattutto, secondo noi sarebbe opportuno sentire anche il parere degli studenti…

 

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