Innocuo o innoquo: come scriverlo in modo giusto - StudentVille

Innocuo o innoquo: come scriverlo in modo giusto

Innocuo o innoquo: come scriverlo in modo giusto

Innocuo o innoquo: come si scrive?

I dubbi di italiano sono sempre terrificanti e sopraggiungono quando meno ce lo aspettiamo, insomma nei momenti meno opportuni, magari quando dobbiamo scrivere un tema importante, o un messaggio, un sms ecc… quando arrivano entriamo in confusione, anche per cose banalissime. Non bisogna crucciarsene ma è importante sapere come si scrivono locuzioni, frasi, versi e così via. Oggi parleremo di uno dei dubbi più ricorrenti: si scrive innoquo o innocuo? Continuate a leggere per scoprirlo e non sbagliare più!

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Innoquo o innocuo? Ecco come si scrive correttamente

Tra i dubbi grammaticali più frequenti ci sono le espressioni che, nel parlato, possono non fare differenza ma nello scritto riescono a causare errori gravi. Risulta essere il caso di innocuo, che potrebbe essere scritto anche innoquo se si fa riferimento al solo suono fonetico. Attenzione però, una delle due è sbagliatissima, vediamo quale! Scrivere innoquo significa fare un errore molto grave! Non c’è una regola da seguire, basta consultare il vocabolario della lingua italiana per scoprirlo! Un trucchetto per ricordare come si scrive nel modo giusto? Bene, dovete sapere che innocuo viene dalla stessa radice di parole come innocenza, che ovviamente non riportano nessuna q. Questo può essere un modo per ricordare come deve essere scritta la parola senza fare riferimento al dizionario e a regole! Ricapitoliamo: si scrive innocuo, con la c, e questo perché questa parola, proprio come taccuino, fa eccezione alla regola grammaticale che disciplina l’utilizzo di qu o cu. Vediamo, dunque, la regola e le sue eccezioni.

La regola grammaticale di cu, qu e cq

La regola grammaticale da seguire per capire se utilizzare la sillaba cu o la sillaba qu è apparentemente molto semplice: quando la -u è seguita da vocale si utilizza qu (ad esempio: quando, qui, qualcosa), quando invece è seguita da consonante si utilizza cu (ad esempio accusa, cuscino, cucinare). È bene ricordare anche la regola dell’utilizzo di cq, per evitare di confondersi: la sillaba cqu si usa solo nella parola acqua e nei suoi derivati, quindi tutte quelle parole che in qualche modo richiamano l’acqua: acquazzone, annacquare, etc.  Vediamo, ora, le eccezioni a queste semplici regole.

Se avete altri dubbi grammaticali leggete qui:

 

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