“Ho avuto tra le 600 e le 700 donne, venti delle quali appartenenti al mondo dello spettacolo”. La confessione non proviene da un vero e proprio adone ma da un ragazzo che è nato per creare scompiglio, criticato e coccolato dalla stampa italiana con un’attenzione che si concede solo ai grandissimi campioni: stiamo parlando naturalmente di Antonio Cassano, uno dei più grandi talenti espressi dal nostro calcio negli ultimi vent’anni. La confessione sulle sue conquiste amorose è contenuta in “Dico Tutto”, la biografia del fantasista barese scritta a quattro mani con uno dei più apprezzati giornalisti di Sky, Pierluigi Pardo, in uscita nelle librerie il prossimo 19 novembre. Parla di relazioni serie (“quattro fidanzate importanti in 11 anni”) ma anche delle innumerevoli avventure di una notte, come dei tempi dorati di Madrid. E abbatte uno dei tabù che persistono nel calcio da anni e anni: “Spesso ho giocato grandi partite dopo aver fatto sesso. Andatevi a vedere Roma-Juve 4-0. Avevo fatto le sei la domenica mattina, con una delle tante amiche che avevo in quel periodo”. Per chi è di memoria corta o chi non ha seguito le gesta di “Fantantonio”, ricordiamo che quella partita finì con una doppietta di Cassano, coronata da una prestazione tra le migliori della sua carriera.
Tutti i segreti di "Fantantonio" Cassano
Il bizzoso attaccante della Nazionale si confessa in una biografia: dall?infanzia turbolenta alle liti con gli allenatori, fino alle rivelazioni sulle sue innumerevoli conquiste amorose, tra cui spuntano anche donne dello spettacolo.
Nella biografia non ci sono solo confessioni sulle sue doti da playboy ma anche chicche sulle celebri liti con i suoi allenatori : “Fascetti è l’unico allenatore con cui non ho mai scazzato. Gentile invece lo detestavo”. Ma Antonio ne ha per tutti: per Spalletti (“una volta gli ho detto: ‘mica stai allenando quelle schiappe che avevi all’Udinese, questa è mica casa tua, è casa mia’”), per Capello: (“a Tarragona mi fa scaldare per tutto il secondo tempo con Ronaldo. Nello spogliatoio gli dico ‘sei un uomo di m…., sei più falso dei soldi del Monopoli’”) e anche per Del Neri (“Non si capiva un c…. di quello che diceva ed è un po’ ambiguo”). Spiega poi che il tanto discusso litigio con Totti sarebbe cominciato dopo che i due erano stati ospiti di Maria De Filippi e che il capitano giallorosso si sarebbe preso l’80% del compenso.
Schietto, diretto, senza peli sulla lingua, Cassano ripercorre anche le sue difficili origini, ammettendo che il calcio lo ha salvato dalla delinquenza: “Se non ci fosse stato quel gol all’Inter nel 1999 sarei diventato un rapinatore o uno scippatore, comunque un delinquente”. Innamorato della sua Bari Vecchia, nonostante un ambiente non proprio tranquillo (“spesso c’erano spari, macchine della polizia, ambulanze”), Antonio torna indietro anche ai tempi della scuola, che non lo vedeva certo tra i primi della classe (“avevo due in tutte le materie. Un risultato straordinario, ottenuto grazie a un impegno costante (…) Sono stato bocciato sei volte, tra elementari e medie”. E si lascia infine andare a un bilancio della sua vita: “A oggi mi sono fatto 17 anni da disgraziato e 9 da miliardario. Me ne mancano ancora 8, prima di pareggiare”.
Simone Gambino