Università: quanto costa studiare in Italia da Nord a Sud - Studentville

Università: quanto costa studiare in Italia da Nord a Sud

Università: quanto costa studiare in Italia da Nord a Sud

Le tasse universitarie variano fino al 28% tra Nord e Sud, con le facoltà scientifiche più costose rispetto a quelle umanistiche.

Il costo per frequentare un ateneo pubblico in Italia si attesta in media sui 2.594,28 euro annui, con una leggera diminuzione del 2,31% rispetto all’anno precedente. L’importo può variare notevolmente a seconda della posizione geografica, dell’università e della facoltà scelta. Secondo il Rapporto sulla tassazione universitaria di Federconsumatori, realizzato in collaborazione con la Fondazione Isscon, le università del Nord Italia presentano una tassazione superiore del 28% rispetto a quelle del Sud e del 15% rispetto a quelle del Centro.

Nel Settentrione, gli studenti devono affrontare una spesa media annua di 2.936,92 euro, mentre nelle regioni centrali il costo scende a 2.555,58 euro; gli atenei del Mezzogiorno, invece, risultano i più economici, con una media di 2.290,33 euro annui. Questo divario emerge dall’analisi delle principali università di ciascuna delle regioni con il maggior numero di studenti: Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia.

Il peso della disciplina di studi

Oltre alla posizione geografica, un altro fattore determinante nel costo delle tasse universitarie è il settore disciplinare del corso di laurea. Le facoltà scientifiche, che richiedono laboratori e attrezzature specializzate, tendono ad avere una tassazione più alta rispetto a quelle umanistiche. Ad esempio, gli studenti di Matematica pagano tra lo 0,51% e il 4,74% in più rispetto ai colleghi di Lettere e Filosofia, a seconda dell’ateneo e della fascia di reddito di appartenenza.

Le politiche delle singole università giocano un ruolo cruciale nella determinazione dei costi. Ogni ateneo, infatti, ha autonomia nel fissare le fasce di reddito e le eventuali agevolazioni disponibili, come la “no tax area”, che esonera dal pagamento delle tasse gli studenti con un ISEE inferiore a una determinata soglia. Ad esempio, l’Università di Milano e quella di Padova estendono l’esenzione fino a 30.000 euro, mentre il limite scende a 26.000-26.500 euro al Politecnico di Torino e all’Università di Torino, e a 24.000 euro alla Sapienza di Roma.

Gli atenei più costosi e quelli più accessibili

L’Università di Milano si distingue come la più costosa, arrivando a rette fino a 4.257,12 euro per le facoltà scientifiche e 3.360,00 euro per quelle umanistiche; seguono l’Università di Pavia, dove il costo massimo è di 4.141,00 euro per i corsi scientifici e 3.343,00 euro per quelli umanistici, e l’Università del Salento, con una tassazione massima di 3.000 euro per entrambe le aree disciplinari.

Tra gli atenei più costosi si trovano anche:

  • Università di Torino (2.966,00 euro annui per tutte le facoltà)
  • Sapienza di Roma (2.924,00 euro per le facoltà scientifiche, 2.821,00 euro per quelle umanistiche)
  • Università di Padova (2.902,00 euro per tutte le facoltà)

Al contrario, tra le università con le tasse più basse figurano:

  • Università di Verona (massimo 1.602,00 euro)
  • Università di Salerno (1.602,00 euro)
  • Università Federico II di Napoli (1.923,00 euro)

Il quadro che emerge evidenzia differenze significative a seconda della posizione geografica e del tipo di corso di laurea scelto, rendendo il costo degli studi un elemento cruciale nella scelta dell’ateneo da frequentare.

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