Dieci cose da fare ad Amman - Studentville

Dieci cose da fare ad Amman

Una recensione di un viaggio ad Amman, capitale della Giordania, tra luoghi comuni e sorprese. Un itinerario raccontato da chi ci è stato.

Il Turismo di Giordania ha pubblicato un minisito con la lista delle 99 cose da fare ad Amman: in tre giorni di soggiorno non siamo riusciti a farle tutte, per questo vi lascio una semplice Top 10 come quella di Shalabieh, quella di Luma e quella di Roba. Dieci cose si riescono a fare in un giorno, o quelle due mezze giornate che possono restare in mano da un viaggio con destinazione principale Petra o Jerash e Mar Morto.

Iniziamo con un grande classico, il piccolo mercato al coperto della frutta e verdura. Il venditore sembra allarmato, ma in verità sta esultando in posa per la foto: la gente e l’atmosfera sono molto tranquille, la Giordania è un paese pacifico e addirittura nessuno ti pressa per comprare questo o quello – almeno fin che non sei tu ad attaccare bottone (in quel momento devi esser pronto perlomeno a sederti a bere un tè o un caffè).

Cosa ricordo da questo punto 1? I rapanelli grossi come patate, le castagne come palline da ping pong e le melanzane piccole. Poi cinque o sei tipi di fichi e altrettanti di uvetta, passando da quella nera a quella venata di rosso per quella con il colore oro bruno più caldo e gentile che io ricordi.

La boutique dei profumi. Credo da noi un negozio così non sia mai esistito, e devo essere sincero mi fa quasi tristezza pensare alle nostre profumerie dove tutto è confezionato, carissimo, e d’importazione. Qui entri e il profumo te lo imbottigliano su misura.

Cosa ricordo da questo punto 2? Quando ti riempiono il flacone, le poche gocce rimaste nella pipetta te le spruzzano sui vestiti prima di lasciarti uscire dal negozio.

La kefiah. In origine si portava color crema, oggi in Giordania si porta rossa o nera. Belle queste con i colori della bandiera nazionale.

Cosa ricordo da questo punto 3? Che siamo in una zona del mondo complicata. Arrivando qui bisogna per prima cosa scrollarsi tutta la cattiva informazione dei media occidentali, e poi con umiltà provare a farsi spiegare come stanno le cose. Come in tutti i viaggi, un particolare che sembra privo di importanza, può nascondere un senso importante. Kefiah nera: OLP, kefiah rossa: Sauditi. Ma poi Ibrahim cerca di spiegarmi che le cose sono più complicate di così, e che qui ci si può mettere il colore che si preferisce. Io ovviamente mi perdo e non ci capisco niente, se non che di Medio Oriente ne so veramente poco.

Shopping, una delle armi di pace principali per il maschio che viaggia con la propria dolce metà. Le tuniche ricamate, siamo ancora a downtown e ci sono diversi negozietti con una bella scelta. Peccato che siano tutte alla maniera locale, assolutamente inadatte per il turista occidentale. Perfortuna la guida ci porta anche dietro a Rainbow Street, allo showroom della Society for the Development of Rural Women, dove si trovano i souvenir giusti per il turista più raffinato.

Cosa ricordo di questo punto 4? Ricordo i viaggi di quanto non ero sposato, e non avevo ancora certi obblighi sociali di shopping. Terribile viaggiare in gruppo, sono decisamente un lupo solitario.

Siamo sempre sulla strada principale. Tra i negozietti di spezie, di frutta secca e di casalinghi, trovo per terra due scatoloni di pasta sfusa. Si compera col sacchettino un etto per volta, due tipi, pennette o fusilli.

Cosa ricordo di questo punto 5? Mi ricorderò che il tempo non passa uguale dappertutto, qui si trovano momenti irreali in cui cadiamo nelle braccia di un’altra epoca. Pasta sfusa? Forse nemmeno nel dopoguerra.

Da un estremo all’altro, Lama Hourani ha studiato moda e oreficeria in Italia e oggi ha una boutique di gioielli che fa notizia sui grandi magazine femminili nel mondo. Se cercate per esempio le manine di Fatima, qui ne trovate di belle.

Cosa ricordo di questo punto 6? La commessa cui lascio qui un messaggio d’amore imperituro. Concedetemelo, qui in Giordania ci sono ragazze estremamente carine, non di quella bellezza da fotomodelle, di quella che ho visto anche in Salento: elegante, dolce, quella dei cerbiatti nelle fiabe di Walt Disney

Saponi e creme con i sali del Mar Morto, qui è un po’ come a Marsiglia, ci sono i negozi di saponi. Li trovate un po’ dappertutto, noi siamo stati alla Soap House nel 1st Circle.

Cosa ricordo di questo punto 7? Una cosa ricorrente, che abbiamo notato tutti in questo viaggio stampa. Le cose funzionano così: cinque persone attorno alla cassa, di cui una traffica con il POS e quattro guardano, sorvegliano, offrono solidarietà umana, partecipano senza fare assolutamente nulla. Nel negozio i clienti di solito aspettano per ore, le quattro persone di supporto al cassiere credo non possano servire altri che il cassiere. In sostanza, pagare è un tour de force, e lo shopping diventa un supplizio ancora più tormentato.

Uscire dalla Soap House al tramonto vale tutta una giornata al seguito delle nostre shopaholic. La cittadella è illuminata e dall’altra parte tutta la collina risplende con le finestre delle case. Non è ancora buio, e la luce che mi ha così tanto colpito di giorno, al tramonto è ancora più affascinate: da bianca è diventata tutta azzura e blu, è fredda, siamo in inverno. E’ il momento della preghiera, il muezzin completa la magia con la cantilena che risuona tra le colline. Magia.

Andiamo a cena, lo shawerma qui lo cucinano con la brace, tutta un’altra storia.

Cosa ricordo di questo punto 9? Che una volta questa parte del mondo si chiamava Grande Siria e comprendeva tutti quei paesi limitrofi che rendono grande la cucina del Medio Oriente: Libano per primo, e poi Palestina per i peccati di gola di questi giorni ad Amman.

Per dolce, le tamriet da Omar nel 2nd Circle. Via vai continuo di clienti, lui tira la pasta e con fare metodico frigge nove dolci al semolino per volta.

Cosa ricordo di questo punto 10? Omar che ci manda a dire di non rompere le scatole con le fotografie. Noi blogger siamo come mosche sul miele. Lui, gran Signore, qualche foto la sopporta ma non vuole scene davanti al locale. Omar serve anche il Re, i suoi dolci sono famosi.

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