AI, cosa prevede testo DDL Consiglio dei Ministri - Studentville

AI, cosa prevede il testo del DDL approvato dal Consiglio dei Ministri

Il Consiglio dei Ministri ha finalmente approvato il testo del ddl AI, il disegno di legge sull’intelligenza artificiale: ecco quali settori interessa e cosa prevede.
AI, cosa prevede il testo del DDL approvato dal Consiglio dei Ministri

Approvato il testo definitivo del DDL sull’AI dal Consiglio dei Ministri

E’ ufficiale: il Consiglio dei ministri ha dato il via libera allo schema del disegno di legge sull’intelligenza artificiale, annuncio che era atteso da tempo. Una bozza iniziale era trapelata infatti all’inizio di aprile, ed è stata in parte modificata nel documento diffuso ed approvato il 23 aprile, che adesso sarà sottoposto al vaglio delle Camere prima di diventare effettivamente legge. Vediamo cosa prevede nello specifico e quali settori andrà a regolamentare.

Perché l’AI deve essere regolamentata

Sul fatto che l’AI andasse regolamentata non c’erano dubbi. Una legge specifica era, ed è, indispensabile per garantire l’etica e la responsabilità nell’uso degli strumenti di intelligenza artificiale, non solo per evitare abusi o discriminazioni, ma anche per tutelare la privacy e i diritti individuali degli utenti. Ad esempio, per prevenire l’utilizzo improprio dei dati personali. Non da meno, una adeguata regolamentazione è essenziale per garantire la trasparenza nel settore dell’AI, e per definire standard e linee guida per la sicurezza informatica, in modo da ridurre i rischi legati a potenziali minacce provenienti dal web (e non).

DDL intelligenza artificiale, cosa dice

Alla luce di quanto detto, approfondiamo nel dettaglio cosa dice il DDL sull’AI approvato dal Consiglio dei Ministri che, lo ricordiamo, dovrà essere vagliato dalle Camere per entrare in vigore. Iniziamo subito col dire che i settori che andrà ad interessare sono la strategia nazionale, le autorità nazionali, le azioni di promozione, la tutela del diritto di autore e le sanzioni penali.

Bene. Sappiamo che ogni sistema informativo segue un ciclo di vita composto da diversi step. Si tratta dello studio di fattibilità, dell’analisi dei requisiti, della progettazione, dell’implementazione, del collaudo e del funzionamento. Il testo del DDL in oggetto prevede che questi si basino sul rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà dell’ordinamento italiano ed europeo. E, inoltre, che rispettino i “principi di trasparenza, proporzionalità, sicurezza, valorizzazione anche economica del dato, protezione dei dati personali, riservatezza, robustezza, accuratezza, non discriminazione, parità dei sessi e sostenibilità”.

L’AI non deve minacciare la vita democratica del Paese

Il DDL sancisce, inoltre, che l’impiego dell’intelligenza artificiale non debba minare la vita democratica del Paese, né delle sue istituzioni. Ed istituisce l’obbligo di rispettare la cybersicurezza in tutte le fasi di sviluppo e utilizzo dei sistemi e modelli di intelligenza artificiale. Inoltre, assicura alle persone con disabilità l’accesso completo e non discriminatorio ai sistemi di AI. In quanto ad accessibilità e intelligenza artificiale in ambito sanitario, il Ddl prevede che il ricorso all’AI non possa “in alcun modo selezionare con criteri discriminatori condizionando e restringendo l’accesso alle prestazioni sanitarie” e che, l’uso in ambito sanitario, debba “lasciare impregiudicata la spettanza della decisione alla professione medica”.

L’AI in materia di lavoro

Le disposizioni del DDL interessano anche il settore lavoro: queste chiariscono, tra l’altro, che l’AI  può essere impiegata “per migliorare le condizioni di lavoro, tutelare l’integrità psico-fisica dei lavoratori, accrescere la qualità delle prestazioni lavorative e la produttività delle persone in conformità al diritto dell’Unione europea”. Ma, anche in questo caso, il ricorso in ambito di organizzazione o gestione del lavoro non può essere discriminatorio. Nel settore dell’attività della pubblica amministrazione l’AI può essere sfruttata per garantire il buon andamento e l’efficienza dell’attività amministrativa. Ma l’ultima parola spetterà sempre all’uomo, in virtù della centralità della responsabilità umana. Nell’ambito dell’amministrazione della giustizia, infine, il ricorso a strumenti di intelligenza artificiale è permesso solo “per finalità strumentali e di supporto”.

DDL AI Consiglio dei Ministri e disciplina penale

In base a quanto contenuto nel DDL approvato dal consiglio dei Ministri, è prevista l’istituzione delle Autorità nazionali per l’intelligenza artificiale: si tratta dell’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) e dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN). Si occuperanno del monitoraggio dell’uso dell’AI e di garantire l’applicazione e l’attuazione della normativa nazionale e dell’Unione europea in materia. Sono previsti investimenti pari a 1 miliardo di euro per favorire lo sviluppo e la crescita delle imprese che operano in questo settore.

Un cenno meritano, infine, gli aumenti di pena previsti per i reati commessi sfruttando i sistemi di intelligenza artificiale laddove questi abbiano costituito mezzo insidioso o semplicemente abbiano “ostacolato la pubblica o la privata difesa o aggravato le conseguenze del reato”. Aggravante sarà costituita anche dal fatto che l’AI venga utilizzata, come già peraltro accaduto, per provare ad alterare i risultati delle competizioni elettorali. Infine, sarà punito con la reclusione da 1 a 5 anni chiunque diffonda, senza il consenso, “video o immagini alterate con la IA, cagionando un danno ingiusto”.

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