at micipsa morbo atque aetate confectus, cum intellegeret sibi finem vitae adesse, coram amicis cognatis filiisque. adherbale et hiempsale traditur cum iugurtha verba huiusce modi habuisse: “parvum ego te, iugurtha, amisso patre , sine spe,sine opibus in meum regnum accepi, exististimans me non minus tibi quam liberis meis ob beneficia carum fore.tum bello numantino me regnumque meum gloria honoravisti et tua virtute nobis romanos ex amicis amicissimos fecisti : inde gloria invidiam vicisti.
Versione tradotta
prostrato dagli anni e dal male, sentendosi ormai alla fine della vita, si dice che, alla presenza di amici e parenti e anche dei suoi figli Aderbale e Iempsale, si rivolgesse a Giugurta pressappoco con queste parole: «Eri ancora piccolo, Giugurta, orfano di padre, privo di speranze e di fortuna quando io ti accolsi nel mio regno, convinto che per i miei benefici mi avresti amato non meno dei miei figli, se ne avessi generato. E non mi sono ingannato, perché, tralasciando pure altre tue grandi e nobili imprese, ultimamente, ritornando da Numanzia, hai coperto di gloria me e il mio regno: per il tuo valore i Romani da amici ci sono diventati amicissimi. In Spagna il nome della nostra famiglia si è rinverdito. E infine, cosa difficilissima tra gli uomini, con la tua gloria hai vinto l'invidia.
- Bellum Iugurthinum
- Bellum Iugurthinum di Sallustio
- Sallustio