Quintiliano, la vita
Marco Fabio Quintiliano è l'esponente più tipico della cultura restaurata di età flavia. Nacque nella Spagna Tarragonese, a Calagurris (l'odierna Calahorra nella Spagna Nord-orientale), tra il 35 e il 40 d.C. Fu condotto a Roma dal padre, dove divenne allievo di Remmio Palemone e Domizio Afro, rappresentanti dell'asianesimo. Tornò in patria ma fu condotto nuovamente a Roma da Galba nel 68. Fu grande ammiratore di Cicerone e avversario dell'asianesimo; per il suo insegnamento di retorica gli venne dato uno stipendio annuale di circa centomila sesterzi. Tra gli allievi ebbe Plinio il giovane e forse anche Tacito. Domiziano gli conferì il consolato e nell'88, a riposo, potè dedicarsi alla sua opera maggiore, l'Institutio Oratoria. Dopo il susseguirsi di alcune disgrazie familiari, muore, nel 96 d.C., alla fine della dinastia Flavia.
Le opere di Quintiliano
L'Institutio Oratoria è un trattato di dodici libri, dedicato a Vittorio Marcello, personaggio in vista alla corte di Domiziano. Nell'Institutio, Quintiliano scrive un'opera completa e sistematica, delineando la formazione dell'oratore fin dall'infanzia e trattando di tutti i problemi e gli argomenti, teorici e pratici, attinenti alla scienza retorica e all'attività oratoria. Quintiliano, dunque, scrive un vero e proprio trattato didascalico, molto simile a un manuale scolastico. La concezione della retorica si pone, fin dall'inizio, sulla linea di quella ciceroniana: la retorica è intesa come scienza che non si limita a fornire conoscenze puramente tecniche, ma si propone di formare, insieme al perfetto oratore, il cittadino e l'uomo moralmente esemplare. Pertanto, tutte le altre discipline, in particolare la filosofia, saranno subordinate ad essa: solo chi possiede perfettamente l'arte dell'eloquenza è in grado di trattare convenientemente di argomenti filosofici.
Institutio Oratoria, contenuto dell'opera
Dopo il proemio, Quintiliano dedica il I libro ad un'importante premessa sui precetti pedagogici e sullo studio della grammatica (primo livello dell'insegnamento). Il secondo libro tratta dei metodi di insegnamento della retorica e la sua funzione (secondo livello dell'insegnamento). Dal III all'XI libro c'è quella che costituisce il corpus principale della trattazione. In esso, dopo un rapido excursus sulla storia della retorica, troviamo le partizioni fondamentali di questa disciplina. Essa si divide in 6 procedimenti: inventio, dispositio, elocutio, aptum, memoria, actio. Può distinguersi in tre generi di discorsi: deliberativo, epidittico, giudiziario; può avere tre finalità diverse: docere, movere, delectare. Nel XII libro troviamo, infine, la descrizione del perfetto oratore inteso come vir bonus dicendi peritus.
La decadenza dell'oratoria secondo Quintiliano
Quintiliano indica le cause della decadenza dell'oratoria in fattori di ordine tecnico: carenza di buoni insegnanti, eccessivo spazio dato nella scuola alle declamazioni su argomenti fittizi lontani dalla vita reale. Le cause sono, tuttavia, anche di carattere morale, individuando, nella degenerazione dei costumi, lo scadimento del gusto e dello stile. Non tiene tuttavia conto della mutata funzione dell'oratore nella società civile (non più repubblicana ma monarchica), e non considera le nuove tendenze stilistiche del tempo: egli ripropone infatti il modello ciceroniano, ormai superato, e non più adatto alle condizioni socio-politiche del suo tempo. Bisogna comunque tener conto che, Quintiliano, rielabora il modello del vir bonus, riadattandolo alla sua concezione dell'oratore: quest'ultimo non deve più preoccuparsi della communis utilitas, ma deve mirare all'utilità del principe e della monarchia.