Il robot dell'Università di Tokyo ce l'ha fatta. Ha superato i test diammissione all'ateneo giapponese. Un riconoscimento importante per la macchina dotata di intelligenza artificiale creata dagli scienziati del Today Robot Projects.
Si tratta di un robot speciale. La sua intelligenza artificiale si distingue da quella 'classica' perché dotata di capacità di discernimento a livello semantico, così come numerico.
E' proprio questa particolare funzione che gli ha permesso di rispondere a domande di matematica, inglese, storia e fisica. I robot concepiti sinora sono capaci di vincere una partita a scacchi, così come di rispondere a quesiti di tipo meccanico (ad esempio, 3×4 =12), che non occorrevano cioè di collegamenti mentali. Già. Ma cosa succede se ad un umanoide chiediamo quanto guadagnerà al mese un pittore che effettuerà un lavoro a settimana da 150 euro?
Finirà che il robot s'imballerà. Perché non sa che un mese standard è formato da quattro settimane. Non è il caso del prodotto delle fatiche degli scienziati nipponici, che nel test (tra i più difficili al mondo fra quelli somministrati dalle università agli studenti) ha raggiunto quota 511 punti su 950, rispetto ad una media di 416. Il robot ha ottenuto così l'80% di possibilità di essere ammesso.
Solo qualche giorno fa Stephen Hawking si è detto scettico davanti a questo tipo di progresso scientifico: "Non dobbiamo tornare indietro, ma è vero che bisogna riconoscere che certe tecnologie vanno controllate e cautelate".
E se così non sarà, non ci resta che dare un consiglio agli studenti che si ritroveranno un robot come compagno di banco: se nel vostro vicino notate comportamenti simili alla creatura del dottor Frankestein, potete sempre ricorrere alla cara evecchia gomma da masticare da applicare sulla sedia: è probabile che in questo modo gli mandiate in pappa i circuiti.