Intelligenza Artificiale e Gaming: come l'AI influenzerà i videogiochi - Studentville

Intelligenza Artificiale e Gaming: come l'AI influenzerà i videogiochi

Le riflessioni sull'AI nel mondo dei videogiochi: quali aspetti positivi e negativi ci sono e il punto di vista dell'esperta e docente Claudia Molinari.
Intelligenza Artificiale e Gaming: come l'AI influenzerà i videogiochi

Gli aspetti postivi dell’Intelligenza Artificiale nei videogiochi saranno sicuramente molto apprezzati dai gamers. Occorre, però, considerare che l’IA porta con sé anche fattori negativi. Se da un lato favorisce l’applicazione tecnologica, la giocabilità e contribuisce a rendere il gioco sempre più reale, dall’altro comporta un rallentamento di pensiero e di ragionamento nella mente umana.

Probabilmente, nel campo ludico i lati negativi sono meno evidenti, ma comunque presenti e non indifferenti, sebbene l’attenzione verte principalmente sui parametri positivi dell’AI.

Questo fattore potrebbe essere una conseguenza dell’esponenziale miglioramento dell’AI, capace di trasferire al videogame uno scenario più immersivo e maggiormente coinvolgente per il giocatore. In questi casi, è possibile che l’utente possa sentirsi attratto dalla nuova esperienza di gioco, tendendo però a isolarsi dal resto. Ciò comporta una inevitabile riduzione dei rapporti umani e sociali, portando il soggetto sempre più verso un mondo virtuale.

Sono numerosi i professionisti medici, psicologi e insegnanti che hanno espresso opinioni in merito. La Dottoressa Claudia Molinari, docente di Art Theory e Visual Design presso il SAE Institute Milano, ha diffuso una sua opinione riguardo l’Intelligenza Artificiale nei videogiochi, esponendo con chiarezza gli aspetti negativi di questa innovativa tecnologia.

“Mi piacerebbe in futuro vedere più giochi che utilizzano l’AI per interrogare l’etica, per poter mettere i giocatori in situazioni che possono davvero far crescere la loro curva di apprendimento rispetto a tematiche sociali. Tuttavia, è necessario piuttosto creare giochi accessibili, inclusivi e rappresentativi di una pluralità. Si tratta di un obiettivo ambizioso che, secondo me, un’AI non è in grado di raggiungere. Sicuramente può fornire al team di sviluppo un canovaccio da cui partire, un setting ideale; poi è necessario un lavoro umano per riuscire a rendere i giochi più vicini alle Persone con la P maiuscola, poiché intese nella loro pluralità.”

Il Dipartimento delle Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, coadiuvato dall’ ISS (Istituto Superiore della Sanità), dopo aver condotto uno studio, ha rilevato interessanti informazioni su cui riflettere. Considerato un campione di 8.700 giovani di età compresa tra 11 e 17 anni, la ricerca ha dimostrato che circa il 12% rischia di provocare una forte dipendenza dall’utilizzo di videogames, con probabili disturbi conseguenti. Inoltre, dato da non sottovalutare, in Italia circa il 99,6% degli studenti è dipendente dai social media e attratto dalla realtà virtuale, sempre secondo il sondaggio svolto.

Ciò, non significa che i videogiochi siano dannosi per la salute umana, ma risulta fondamentale avere una buona gestione dei tempi di gioco e divertimento, senza perdere di vista la realtà.

AI nei videogiochi: una visione più etica e formativa

Dalle parole di Claudia Molinari emergono delle limitazioni dell’Intelligenza Artificiale nei videogiochi. Secondo la docente del SAE Institute di Milano, se la componente umana dovesse sopperire ai limiti dimostrati, allora l’AI potrebbe considerarsi una risorsa per favorire il ragionamento e rinnovare una cultura più educativa e sociale.

Purtroppo, spesso, l’AI è utilizzata per formulare strategie di marketing e per focalizzare l’attenzione sull’aspetto puramente tecnologico.

Si evince che il sistema offre delle buone opportunità e vanta potenzialità interessanti, anche nel settore gaming. Tutto sta a come il giocatore interagisce con il videogioco e, di conseguenza, con l’Intelligenza Artificiale.

La stessa docente Molinari ha espresso che sicuramente vanno considerati molti aspetti costruttivi: un miglioramento del gameplay, della grafica, un maggior realismo, e linguaggi prossimi ai contesti più naturali e realistici.

Va considerata l’idea che l’AI consente al videogiocatore una miglior personalizzazione delle impostazioni di gioco, adeguandole alle sue esigenze e abilità.

Secondo la Molinari, se le case produttrici di videogiochi utilizzassero al meglio lo strumento tecnologico, potrebbero garantire una maggiore sicurezza e tutela dell’utente.

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