Smartworking: le regole ai tempi del Coronavirus - StudentVille

Smartworking: le regole ai tempi del Coronavirus

Smartworking: le regole ai tempi del Coronavirus

Smartworking e Coronavirus: cosa sapere

La modalità di lavoro in smartworking è stata scelta a causa del Coronavirus, il virus arrivato in Italia dal mese di gennaio e che ha portato, fino ad oggi, un elevato numero di vittime. In alcuni uffici si è data la possibilità ai propri dipendenti di lavorare da casa per evitare che il contagio potesse aumentare con il rischio che gli ospedali non potessero contenere una pandemia di tali dimensioni. Lo smart working fa la sua comparsa nell’ordinamento italiano con la legge 81 del 2017 che riguarda le misure di tutela per il lavoro autonomo non imprenditoriale e per l’incentivazione alla flessibilità di quello subordinato. Vi sono delle regole da rispettare?

Smartworking e Coronavirus: regole e obblighi del datore di lavoro

Il datore di lavoro può esercitare il proprio potere disciplinare a norma dell’articolo 2106 del Codice civile, imponendo al lavoratore di usare la diligenza necessaria, connessa alla natura della prestazione di lavoro. Dunque, potrà svolgere le necessarie verifiche sul corretto svolgimento della prestazione a distanza del dipendente, effettuando gli opportuni controlli nel rispetto dei limiti fissati dagli accodi tra le parti e della normativa in materia. I dispositivi dai quali deriva anche un controllo a distanza dell’attività dei lavoratori, potranno essere utilizzati dal datore di lavoro per esigenze di carattere organizzativo e produttivo, di sicurezza del lavoro e di tutela del patrimonio aziendale; quest’ultimo è costituito non solo dagli strumenti informatici assegnati al lavoratore, ma anche ai dati aziendali necessari per lo svolgimento della prestazione lavorativa.

Smartworking e Coronavirus: regole e obblighi del lavoratore

Il lavoratore agile, dal canto suo, è ritenuto responsabile per l’uso improprio dei dispositivi tecnologici che gli sono stati assegnati, e risponde per la violazione delle direttive aziendali contenenti le indicazioni sul corretto utilizzo di tali mezzi. Il lavoratore smart deve custodire gli strumenti ricevuti dal datore di lavoro, ma è anche responsabile della riservatezza dei dati aziendali, cui può accedere attraverso tali congegni; dovrà anche assicurare che nessun soggetto estraneo, dunque non autorizzato, possa avere l’accesso ai dati dell’azienda e infine dovrà favorire la produttività aziendale ed a tal fine, dovrà essere sempre disponibile e reperibile per il datore di lavoro, telefonicamente oppure in videoconferenza, negli orari di lavoro.

Leggi anche: Smartworking e telelavoro: differenze e normativa

 

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