Iscrizione a scuola negata a chi non segue l'ora di religione

Iscrizione a scuola non permessa a chi non segue l'ora di religione: è polemica a Torino

Una scuola parificata della provincia di Torino negherà l'iscrizione agli studenti che non intendano partecipare all'ora di religione in classe.
Iscrizione a scuola non permessa a chi non segue l'ora di religione: è polemica a Torino

Sta facendo discutere la scelta, da parte di una scuola parificata della provincia di Torino, di non permettere l’iscrizione a quegli studenti che non intendano partecipare all’ora di religione in classe. Ciò nonostante il diritto, da parte degli studenti stessi delle scuole di ogni ordine e grado, di poter scegliere se avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della stessa. Eppure questo è l’andamento che l’istituto ha deciso di mettere in atto. Ma perché una tale scelta? E, soprattutto, è una condotta ammissibile?

Negata l’iscrizione agli studenti che non seguiranno la lezione di religione

Ammissibile o meno, è esattamente quello che sta succedendo agli alunni già frequentanti i corsi, ai quali il prossimo settembre, in vista nel nuovo anno scolastico, sarà nuovamente chiesto se intendano o meno partecipare all’ora di religione. Solo in caso di risposta positiva potranno continuare il loro percorso scolastico presso lo stesso istituto. Altrimenti dovranno scegliere di cambiare scuola. Ma cosa si nasconde dietro questa presa di posizione? Soprattutto alla luce del fatto che l’istituto sia una scuola parificata? A spiegare la situazione è un docente, che ha dichiarato:

“Abbiamo oltre 150 alunni ed i casi di richiesta di esonero dall’ora di religione sono 22. Le indicazioni ricevute però sono precise, è difficile accettare un aumento di iscrizioni con annessa richiesta di esenzione dall’ora di religione”.

Nonostante parificata, la scuola avrebbe una chiara impostazione cattolica, e secondo una possibile interpretazione della situazione, quello di rifiutare le iscrizioni di bambini richiedenti esenzione dalla religione sarebbe un diritto.

Non la pensa così l’Unione degli Atei, secondo la quale si tratta di una “decisione prevaricatrice e discriminatoria”, ma che rientra tra i diritti della scuola, nonostante questa sia parificata.

Religione a scuola, cosa dice la legge

E’ l’art. 310 del Testo Unico che tutela tale diritto degli studenti. In particolare, ai sensi dell’articolo 9 dell’accordo tra la Repubblica italiana e la Santa Sede, nel rispetto della libertà di coscienza e della responsabilità educativa dei genitori, è garantito a ciascuno, nelle scuole di ogni ordine e grado, il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica.

Si tratta di una scelta che può essere tranquillamente esercitata nel momento dell’iscrizione quando, su apposita richiesta dell’autorità scolastica, gli studenti (o i loro genitori) possono decidere positivamente o negativamente, senza che questo possa pregiudicare il loro percorso personale o scolastico.

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