Facoltà di Medicina Veterinaria: università, corsi di laurea, materie ed esami

Facoltà di Medicina Veterinaria: università, corsi di laurea, materie ed esami

La facoltà di Medicina Veterinaria propone ai suoi studenti un’offerta formativa con focus sullo studio e la ricerca nei campi delle biotecnologie veterinarie, produzioni animali e appunto medicina veterinaria. L’obiettivo è di formare nuove figure professionali di medico veterinario da inserire subito nel mercato del lavoro.

A differenza delle altre, l’università di Medicina Veterinaria si basa su una laurea magistrale a ciclo unico della durata di cinque anni. L’accesso è a numero programmato a livello nazionale, ciò significa che per diventare uno studente di questo corso occorre superare un test di ammissione. In genere la prova si articola in 50 quesiti a risposta multipla, con domande su matematica, chimica e fisica, biologia e comprensione del testo.

Nel nostro approfondimento presenteremo i corsi di laurea magistrale attivi sul territorio nazionale e la classe di laurea di riferimento. Nella parte centrale dedicheremo poi ampio spazio alle migliori università nazionali, secondo quelle che sono le indicazioni dell’ultima classifica del Censis.

Infine affronteremo altri due temi fondamentali come le materie del corso di laurea e gli sbocchi lavorativi che Medicina Veterinaria offre ai neo-laureati. Tutto questo con l’obiettivo di offrire quante più informazioni utili per guidarvi alla migliore scelta possibile dopo il conseguimento del diploma.


In questa guida:


Università di Medicina Veterinaria: tutti i corsi di laurea

Come accennato nell’introduzione, l’università di Medicina Veterinaria prevede unicamente un corso di laurea magistrale della durata di cinque anni.

A seguire una tabella con tutti i corsi di laurea in Medicina Veterinaria attivi in Italia.

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Facoltà di Medicina Veterinaria: le classi di laurea disponibili

L’unicità del corso di laurea in Medicina Veterinaria si riflette anche nell’unica classe di laurea disponibile: LM-42.

Sotto la sigla LM-42 – classe delle lauree magistrali in Medicina Veterinaria – rientrano tutti i corsi magistrali a ciclo unico attivi nelle città di Bari, Bologna, Camerino, Catanzaro, Messina, Milano, Napoli, Padova, Parma, Perugia, Pisa, Sassari, Teramo e Torino.

Università di Medicina Veterinaria: i migliori Atenei Statali

Come abbiamo avuto modo di vedere nella tabella, attualmente il corso di laurea in Veterinaria non è presente solamente presso gli atenei statali e non all’interno dell’offerta formativa delle università private.

Detto questo, è il momento di passare in rassegna le migliori università di Medicina Veterinaria presenti in Italia. Per farlo ci serviamo come sempre dell’ultima edizione de “Le classifiche della didattica” redatta dal Censis, l’istituto di ricerca socio-economica con sede a Roma attivo da oltre cinquant’anni.

Ecco la top 10:

Il punteggio finale di ciascun ateneo statale è la media dei punti assegnati per la progressione di carriera e i rapporti internazionali.

Come possiamo notare dalla classifica, la migliore facoltà di Veterinaria in Italia secondo il Censis è quella dell’Università degli Studi di Sassari. Il corso di laurea in Veterinaria di UniSS si svolge in 5 anni e si articola in 10 semestri, per un totale di 29 esami.

Al secondo posto troviamo la Facoltà di Veterinaria dell’Università Statale di Milano. Trasferita nel 2018 nella sede di Lodi, la facoltà dispone di nuovissime strutture disegnate dall’architetto giapponese Kengo Kuma, un ospedale didattico e un centro zootecnico sperimentale per apprendere i diversi aspetti dell’allevamento animale.

Tra i migliori corsi di laurea in Medicina Veterinaria si annovera anche la laurea magistrale a ciclo unico dell’Università di Bologna. Il corso è a numero programmato nazionale, si svolge in lingua italiana presso la sede didattica di Ozzano dell’Emilia e rientra nel dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie – DIMEVET.

Il piano di studi di Medicina Veterinaria dell’Università di Bologna prevede una durata di cinque anni accademici. Come anticipato all’inizio, l’immatricolazione al corso di studi è subordinata al superamento del test di ammissione. La prova ha una durata di 90 minuti e prevede la risposta a 50 quesiti su matematica e ragionamento, chimica e fisica, biologia e comprensione del testo.

I periodi dei test di ammissione variano da università a università, ma in genere si svolgono in due date distinte, nella maggior parte dei casi nei mesi di aprile e luglio. In seguito si procede con l’istanza di inserimento in graduatoria nella sezione Accesso Programmato MIUR nel mese di agosto, mentre la pubblicazione della graduatoria nazionale avviene nei primi giorni del mese di settembre.

Insieme all’Alma Mater di Bologna, uno dei punti di riferimento in Italia per chi vuole laurearsi in Medicina Veterinaria è l’Università di Padova, dove è attiva la Scuola di Agraria e Medicina Veterinaria. La scuola rientra nei dipartimenti di Biologia, Geoscienze e Scienze Chimiche e si avvale sia del campus universitario che dell’Ospedale Veterinario Universitario Didattico (noto anche con l’acronimo OVUD).

Il corso di laurea magistrale a ciclo unico proposto dall’Università degli Studi di Padova ha una durata di cinque anni ed ha come sede principale la città veneta. Come avviene nella maggior parte dei casi su territorio nazionale, il corso prevede lezioni in italiano.

facoltà di medicina veterinaria

Un’altra ottima scelta per studiare Medicina Veterinaria in Italia è l’Università di Torino. Anche in questo caso la durata del corso di laurea magistrale a ciclo unico è di cinque anni, per un totale di 300 crediti universitari.

Altri dati da prendere in considerazione se la scelta ricade sulla facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino sono il dipartimento di appartenenza, ossia Scienze Veterinarie, e la sede didattica stabilita a Grugliasco. Così come gli altri corsi di laurea magistrale attivi in Italia, anche quello di Torino prevede l’accesso programmato a livello nazionale.

Oltre al superamento del test di ammissione, gli studenti di Medicina Veterinaria devono essere in possesso di un diploma di scuola secondaria della durata di cinque anni. Confermate le materie di riferimento della prova d’ingresso, su tutte biologia, chimica, fisica e matematica.

L’obiettivo della laurea magistrale è di offrire un’adeguata preparazione in ambito tecnico professionale ed etico per formare nuovi medici veterinari pronti a operare nei principali settori della professione. Inoltre, durante i cinque anni di corso, alcuni tutor incaricati dall’Università provvederanno a monitorare l’acquisizione delle abilità pratiche di ciascun studente.

Per quanto riguarda invece le competenze attese, tutte le attività formative del corso di laurea magistrale in Medicina Veterinaria hanno lo scopo di sviluppare negli studenti una capacità di interpretare al meglio i processi biologici. Nello specifico, ci si attende che gli allievi siano in grado di riconoscere lo stato di salute di ogni singolo animale, nonché di valutarne gli aspetti antropozoonosici, al fine di prevenire la comparsa di ogni eventuale malattia e al tempo stesso di curarla.

L’acquisizione di tali competenze è posta sotto verifica da parte degli insegnanti anno dopo anno. Oltre agli esami teorici scritti e orali, è previsto anche il superamento di prove pratiche.

Un altro importante aspetto curato nel corso di laurea dell’Università di Torino è l’autonomia di giudizio. In questo senso rivestono un ruolo cruciale le attività cliniche, che vedono impegnati gli studenti in mini gruppi di 3-5 allievi per un numero di ore di esercitazioni non inferiore alle 600 unità.

Laurea in Medicina Veterinaria: materie ed esami

Detto che il primo step indispensabile per diventare veterinario è il superamento del test di ammissione, entriamo più nel dettaglio sugli insegnamenti del corso. Le materie di Medicina Veterinaria caratterizzanti sono biologia generale, farmacologia, anatomia, biochimica e patologia.

Oltre a queste si annoverano anche epidemiologia veterinaria, istologia, fisiologia, microbiologia, zootecnia e tossicologia. In particolare, la materia epidemiologia veterinaria ha a che fare con lo studio delle malattie riguardanti gli animali.

Un’altra disciplina caratterizzante del corso di laurea in Medicina Veterinaria è la zootecnia, la scienza che si occupa delle tecniche dell’alimentazione, delle tecniche di allevamento e del miglioramento genetico animale. In questo ambito, le attività di ricerca si concentrano sullo sviluppo di sistemi di allevamento basati da una parte sulla sostenibilità e dall’altra sull’efficienza.

Per avere un’idea più chiara sugli insegnamenti, diamo un rapido sguardo al piano di studi di Medicina Veterinaria proposto dall’Università di Torino. Tra le materie caratterizzanti al primo anno di corso figurano Allevamento degli animali domestici e Zoocolture.

Al secondo anno si annoverano Fisiopatologia, Parassitologia, Patologia generale e Principi di nutrizione ed alimentazione degli animali da reddito. Il corso di laurea magistrale prosegue poi con Epidemiologia, medicina preventiva e sanità pubblica veterinaria al terzo anno.

Infine al quarto e al quinto anno tra le materie caratterizzanti il corso troviamo Patologia della riproduzione e Clinica medica, in aggiunta a un tirocinio del valore di 30 crediti.

Prima di proseguire, ricordiamo che gli esami di Medicina Veterinaria variano da facoltà a facoltà, sulla base del piano di studi di ciascun corso di laurea magistrale attivo in Italia. Lo stesso discorso può essere fatto per il calendario di esami, che segue regole precise dettate dal manifesto degli studi, consultabile liberamente online sul sito ufficiale di ogni università.

E sempre a proposito di esami, il corso di laurea magistrale in Medicina Veterinaria prevede sia prove tradizionali scritte e orali, sia prove pratiche da svolgersi all’interno di strutture specifiche messe a disposizione dalla facoltà o dal dipartimento afferente.

Cosa fare dopo la laurea in Medicina Veterinaria? Gli sbocchi lavorativi

Siamo arrivati alla domanda delle domande: quali sono gli sbocchi lavorativi di Medicina Veterinaria? Il medico veterinario rimane la professione di riferimento. Il loro numero è in costante aumento, così come la domanda, alla luce della crescita del numero di animali domestici acquistati o adottati dalle famiglie italiane.

Non è detto però che i neo-laureati scelgano di lavorare in una clinica o in uno studio veterinario. Le alternative non mancano, come ad esempio i settori industriali e formativi nel Servizio Veterinario di Sanità pubblica animale.

A questo proposito, ecco quali sono alcune strade alternative che i laureati in Medicina Veterinaria possono intraprendere al termine della magistrale di cinque anni:

  • consulenza per l’industria degli integratori alimentari e dei mangimi per gli animali
  • ricerca e sviluppo nella produzione di farmaci per gli animali
  • controllo di qualità su gestione e igiene negli allevamenti italiani
  • gestione della filiera degli alimenti di origine animale
  • miglioramento genetico degli animali nella produzione alimentare

Al tempo stesso numerosi neo-laureati scelgono di proseguire gli studi iscrivendosi alle scuole di specializzazione. Il MIUR prevede tre classi di specializzazione: classe della sanità animale, classe dell’igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche, classe dell’igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione e trasporto degli alimenti di origine animale e loro derivati.

Il vantaggio principale di proseguire gli studi è di avere maggiore possibilità di impiego. A questo proposito i settori di riferimento sono Polizia veterinaria, Clinica bovina, Produzioni zootecniche, Ispezione degli alimenti di origine animale, Igiene e tecnologia delle carni, Etologia applicata e benessere animale, Scienza e medicina degli animali da laboratorio.

Un ulteriore vantaggio delle scuole di specializzazione è dato dalla retribuzione, maggiore rispetto a quella dei neo-laureati che iniziano a lavorare dopo la fine della laurea magistrale a ciclo unico.

Riguardo a ciò, è interessante chiudere con i dati di AlmaLaurea sulla condizione occupazionale a cinque anni dalla laurea magistrale: il tasso di occupazione sfiora il 90%, mentre la retribuzione mensile media (media) è pari a 1.873 euro. Dopo cinque anni dalla laurea, il 60,7% dei neo-laureati ha un’attività in proprio, il 17,6% è sotto contratto a tempo indeterminato, il 7,5% a tempo determinato e il 6,6% lavora part-time.

Come prevedibile, le cose cambiano se si guarda alla condizione occupazionale a 12 mesi dalla laurea: il tasso di occupazione è all’82%, mentre lo stipendio netto (medio) percepito è pari a 1.242 euro.

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