10 convinzioni errate a cui abbiamo creduto - Studentville

10 convinzioni errate a cui abbiamo creduto

Vi siete mai accorti di avere convinzioni errate riguardo a certi argomenti? Ci sono leggende metropolitane e luoghi comuni difficili da debellare: ve ne proponiamo 10, che smentiremo categoricamente!
10 convinzioni errate a cui abbiamo creduto

10 CONVINZIONI ERRATE A CUI ABBIAMO CREDUTO. Viviamo in un'epoca in cui con un click di smartphone possiamo in teoria accedere a una vasta parte dello scibile umano: e nonostante ciò – o forse proprio a causa di ciò – siamo terribilmente ignoranti. Ma ignoranza probabilmente non è il termine giusto, in quanto bisognerebbe parlare di suggestionabilità, che porta spesso ad avere poi convinzioni errate riguardo a certi argomenti. Siamo così immersi in un flusso di informazioni e di divulgazione continuo che crediamo a qualunque notizia circoli con una certa pervasività, oppure non crediamo più a nulla in preda al complottismo più spinto.

Perché sbadigliamo? La teoria scientifica: Ecco il motivo per cui sbadigliamo

convinzioni errate a cui abbiamo creduto

CONVINZIONI ERRATE: QUALI SONO QUELLE DA SMENTIRE. Come dimostrare questa nostra tesi? Semplicemente smentendo 10 convinzioni errate alle quali noi tutti abbiamo creduto, una volta o l'altra.

  • Napoleone era un tappetto: si parla sempre del suo senso di inferiorità, ma dal corpo recuperato a Sant'Elena si sa che il condottiero era alto 1,69 m. Parte della leggenda deriva dal fatto che, dovendo vivere attorniato da soldati scelti per la loro prestanza e dunque altezza, in effetti risultasse più basso della media.
  • I tori si infuriano con il rosso: come molti altri animali anche i tori vedono varie sfumature di grigio quando noi distinguiamo i colori. Per cui non è il drappo rosso a farli scatenare, quanto lo sventolio del telo e i movimenti a scatto del torero.
  • Pesce rosso senza memoria: si dice spesso che i pesci rossi resettino i loro ricordi ogni manciata di secondi. Da vari test invece risulta che questi siano in grado di conservare la memoria anche per alcuni mesi, oltre a riconoscere cose e persone.   
  • Einstein andava male in matematica: vi piacerebbe, vero? Almeno avreste una buona scusa per ritenervi a torto dei geni. E invece il mito in questione è del tutto errato, visto che a 15 anni il fisico sapeva già fare integrali e calcolo differenziali. L'unica cosa vera in tutto ciò è il fallimento del test d'ingresso per il Politecnico federale di Zurigo, passato poi al secondo tentativo.
  • I Romani vomitavano dopo ogni pasto: sarebbe stato davvero un bel problema, ma a quanto pare i banchetti cui prendevano parte non erano poi così terribili. Il vomitorium in realtà altro non era che la via d'ingresso negli stadi, mentre il cibo servito durante i pasti poteva essere poco cotto o pesante e dare problemi di stomaco, ma non per forza fino ai conati.
  • I Re Magi non erano tre (e forse non c'erano proprio): la Bibbia semplicemente non li nomina, mettiamoci il cuore in pace. Sappiamo solo che Gesù ricevette tre regali, ma non ci sono affatto i dettagli che conosciamo dall'iconografia classica, e persino la data del 6 gennaio appare arbitraria.
  • Il bombo non potrebbe volare ma se ne frega: gli scienziati invece ci dicono che la natura ha fatto il proprio dovere e la scienza l'ha capito. La nostra credenza deriva invece da uno studio francese degli anni '30, poi ritratto perché i calcoli erano sbagliati.
  • Ai morti crescono unghie e capelli:  la macabra convinzione in realtà è un'illusione prospettica, nel senso che dopo il decesso la pelle si secca e inizia a ritirarsi, in tal modo rendendo più evidenti le reali lunghezze dei peli e delle unghie.
  • La gomma da masticare resta per 7 anni nello stomaco: è vero che le sostanze di cui è composta non possono essere digerite, ma ciò vuol dire semplicemente che uscirà dal nostro corpo come è entrata, senza essere demolita e assimilata.
  • La mela proibita non era tale: ancora una volta la Bibbia si mantiene sul vago e la traduzione non aiuta. Il testo ebraico infatti riferisce di un frutto e di un albero, mentre i latini usano il termine “mali” che indica sia il male che le mela. Per tagliare la testa al toro gli artisti iniziarono a dipingere la scena usando come modello una mela, ma prove a riguardo non ce ne sono.

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