Stilponem, Megaricum philosophum, acutum sane hominem et probatum temporibus illis accepimus. Hunc scribunt
ipsius familiares et ebriosum et mulierosum fuisse, neque haec scribunt vituperantes, sed potius ad laudem; vitiosam enim
naturam ab eo sic edomitam et conpressam esse doctrina, ut nemo umquam vinulentum illum, nemo in eo libidinis vestigium
viderit. Quid? Socraten nonne legimus quem ad modum notarit Zopyrus physiognomon, qui se profitebatur hominum mores naturasque
ex corpore, oculis, vultu, fronte pernoscere? stupidum esse Socraten dixit et bardum, quod iugula concava non haberet –
obstructas eas partes et obturatas esse dicebat; addidit etiam mulierosum; in quo Alcibiades cachinnum dicitur sustulisse.
Versione tradotta
Sappiamo che Stilpone, filosofo megarico, era un uomo davvero intelligente e apprezzato dai contem
poranei. Ma quelli della sua scuola dicono anche, nei loro scritti, che era incline al vino e alle donne, e non per
rimproverarlo, ma piuttosto per lodarlo; infatti grazie alla filosofia egli riuscì a educare e reprimere la propria natura
viziosa tanto che nessuno lo vide mai ubriaco, né notò mai in lui la minima traccia di libidine. E non sappiamo forse in che
modo Zofiro, il fisiognomico che affermava di poter riconoscere i costumi e il carattere degli uomini dal corpo, dagli occhi,
dal volto, dalla fronte, abbia descritto Socrate? Disse che Socrate era stupido e rozzo, perché non aveva la fossetta alla base
del collo, e quindi quella parte era ostruita e chiusa; e disse anche che era un donnaiolo, al che si dice che Alcibiade fece
una risatina.
- Letteratura Latina
- De Fato di Marco Tullio Cicerone
- Cicerone