Lo studio di Marco Martinez, docente di Storia economica all’Università di Pisa, pubblicato su Business History, costituisce il primo censimento sistematico delle invenzioni femminili italiane nell’arco 1861–1939. Analizzando oltre 330.000 brevetti depositati in Italia tra l’Unità e la Seconda guerra mondiale, Martinez individua 1.878 brevetti attribuiti a donne, pari allo 0,7% del totale.
Una nota dell’Ateneo di Pisa osserva che questi dati evidenziano un contributo significativo delle inventrici al progresso tecnologico nazionale, nonostante la limitata incidenza percentuale nel periodo considerato.
Il metodo e il corpus analizzato
Il corpus analizzato comprende oltre 330.000 brevetti depositati in Italia tra l’Unità e la Seconda guerra mondiale (1861–1939). Marco Martinez, docente di Storia economica all’Università di Pisa, ha realizzato il primo censimento sistematico delle invenzioni attribuite a donne per questo arco cronologico.
Lo studio, pubblicato sulla rivista internazionale Business History, applica criteri quantitativi per identificare 1.878 brevetti femminili, garantendo una base robusta per analisi storiche, tecnologiche e sociali contemporanee.
I risultati principali del censimento
La portata numerica
Lo studio individua 1.878 brevetti attribuiti a donne, pari allo 0,7% del totale dei depositi esaminati. Pur limitata in percentuale, questa presenza femminile è significativa: indica contributi concreti alla tecnologia nazionale e rende visibile un nucleo di innovazione spesso trascurato nelle ricostruzioni tradizionali della storiografia tecnologica italiana.
L’andamento nel tempo
Fino agli anni Venti la crescita dei brevetti femminili seguiva trend simili a quelli maschili. Una nota dell’Università di Pisa segnala una battuta d’arresto con l’avvento del fascismo, interruzione evidente nella serie storica esaminata dai dati studiati.
La distribuzione geografica e settoriale dei brevetti femminili
Le province più attive risultano Milano, Torino e Genova, insieme a Roma e Napoli. Il ruolo del cosiddetto “triangolo industriale” (Milano‑Torino‑Genova) emerge chiaramente.
Tra i centri manifatturieri si segnalano Udine, Bergamo, Pisa, Firenze e Salerno, a indicare una concentrazione di invenzioni femminili legata a poli produttivi sia del nord sia del centro‑sud, connessa alle filiere industriali locali e artigianali diffuse.
Le dinamiche temporali e l’effetto del fascismo
La ricerca di Marco Martinez rileva che fino agli anni Venti la crescita dei brevetti depositati da donne mostrava un andamento simile a quello maschile; secondo una nota dell’Università di Pisa, «la battuta d’arresto arrivò con il fascismo». Lo studio riporta il cambiamento di tendenza senza avanzare spiegazioni causali, limitandosi a documentare il calo numerico delle invenzioni femminili dall’affermarsi del regime.
La vicenda di Rosa Predavalle come caso simbolico
Rosa Predavalle, genovese, è la prima italiana a ottenere un brevetto (1861) per l’Armonitone, un pianoforte con sordina: esempio che rende concreto l’inizio del periodo studiato nella ricerca di Martinez.