Ti amo, quindi ti passo… la password - Studentville

Ti amo, quindi ti passo… la password

Adesso c’è un nuovo modo per dar voce ai legami affettivi. Un modo che ha già conquistato gli adolescenti d’America e che si sta facendo largo anche in Italia: lo scambio di password.
Ti amo, quindi ti passo… la password

Una volta – ai tempi dei nostri nonni – c'era la lettera d’amore: un foglio e una penna per donare il proprio cuore. Poi è arrivata la tecnologia, e con la tecnologia gli sms. Romantici, appassionati, di quelli che lasci nella memoria del telefonino perché fa piacere rileggerli. A un certo punto s’è messo di mezzo Federico Moccia con i suoi lucchetti attaccati a un palo, presto diventati simbolo di legami indissolubili (o quasi, insomma…).

E adesso? Adesso c’è un nuovo modo per dar voce ai legami affettivi. Un modo che ha già conquistato gli adolescenti d’America e che si sta facendo largo anche in Italia: lo scambio di password. Il New York Times, noto giornale a stelle e strisce, ha effettuato una ricerca coinvolgendo ragazzi tra i 12 e i 17 anni. Risultato? Sempre più spesso i rapporti fra amici, ma soprattutto fra fidanzatini, sono suggellati dal permesso di entrare nei rispettivi profili Facebook, nelle caselle mail e in tutti gli spazi virtuali e personali che coincidono con un account. Il messaggio è chiaro: puoi guardare il mio mondo, per te non ci sono segreti, siamo una cosa sola.

E pare che un simile passo sia più significativo di qualsiasi anello, cuoricino d’oro e doni del genere. Addirittura, secondo alcuni studiosi si tratta di un gesto così intimo da essere paragonato a un’esperienza sessuale! Come per ogni medaglia, però, anche in questo caso c’è un rovescio. Si rischia, cioè, che i destinatari di tali “segreti” esagerino. Diventino pressanti e troppo invadenti, arrivando a trasformarsi in vere e proprie… spie. Pensate, poi, a cosa può succedere nel caso di litigio o rottura. Vabbè, si cambia subito la password, direte voi. Ma non sempre si arriva in tempo e la “vendetta” è in agguato: basta anche un’oretta per mandare in giro frasi offensive o scrivere messaggi troppo “pesanti”. Meditate gente, meditate!

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